Lettori fissi

venerdì 7 marzo 2014

TUTTI A BORDO: SI VA!

Tutti, ad un certo punto della loro vita si chiederanno, o si saranno chiesti quale potrebbe essere la loro missione terrena.
Ora, non voglio fare ne religione ne teologia, ne essere un guru ne tantomeno insegnarvi a vivere.
Di ritorno dalla mia ultima vacanza in Italia, mi sono trovato a ragionare sul mio destino, a pensare sulle scelte fatte negli ultimi anni; e non solo.
Premetto che mi trovo spesso faccia a faccia con passato e futuro, a dialogare su quello che è stato fatto e su quello che ci sarà da fare.
Molto spesso durante una seduta di corsa o di sport generico; o semplicemente tornando in bici dal lavoro.
A volte dietro ad una pinta di birra si fantastica su di un futuro migliore, tralasciando molto spesso il presente, che tanto schifo non fa.
Con la prospettiva di rimanere a Londra per sei mesi, mi ritrovo ancora qui a riflettere a distanza di quasi due anni, ad ampliare la mia schiera di amici, conoscenti e colleghi di lavoro che a volte diventano parte della tua vita.

Il lavoro, quella bestia che ti succhia gran parte della tua linfa vitale, che ti occupa in un modo o nell'altro i 3/4 della tua giornata, che ti stressa ti gratifica, ti logora e ti fa crescere.
Quanti di voi a questo punto si sono sentiti piegati, costretti ad un futuro che non era il loro?
Quanti di voi si sono adeguati consapevoli dell'ingrato destino e del fantasioso traguardo pensionistico?
Quanti di voi invece, hanno combattuto e stanno combattendo per l'ottenimento di un posto di lavoro?
Quanti di voi si sono chiesti se veramente fosse la vostra strada quella che stavate percorrendo?

Beh, a volte le soluzioni migliori sono le più semplici, ed arrivano quando meno te l'aspetti dalla persona che meno ti aspetti.

Ho sempre avuto un obiettivo nella mia vita: fare un lavoro che mi piacesse, che mi gratificasse e che non mi facesse pesare il dovermi alzare al mattino.
Quando iniziai a fare sci di fondo, ero un disastro come qualsiasi principiante, non mi tenevo in piedi ed arrivavo ultimo alle gare.

Non mi allenavo per niente e non mi piaceva neanche.

Poi, qualcosa nella tua vita cambia, hai come delle rivelazioni, e capisci che tutto sommato fare sci di fondo è come stare a Londra, non è il massimo ma non ti fa schifo.
Inizi ad impegnarti su quello che fai ed ottieni qualche piccolo risultato e soddisfazione, tanto che un giorno, il tuo allenatore Patrick ti dice: "Beh dai ragazzi, pensate che tutto quello che state facendo potrebbe essere il vostro futuro, non sarebbe poi così male potersi guadagnare da vivere con lo sport"

Queste parole a distanza di almeno 13 anni, risuonano ancora nella mia mente.

Da quel momento credo di non aver mai più smesso di fare sport e di credere che un giorno avrei potuto incentrare tutta la mia vita su questo.
Divenni Maestro di Sci Nordico ed Allenatore.

Praticai solo per un paio d'anni poi mi spostai a Londra; ma questo già lo sapete.

Da due anni combatto con la nostalgia delle montagne della neve e del poter fare sport come ho sempre fatto.
Ma questo già lo sapete.

Quello che in pochi sanno è che la rivelazione per me è arrivata da mio nipote Diego.

Come può sapere un bimbo di 3 anni quali che sono le tue passioni, le tue abitudini, i tuoi sogni?
Come può sapere lui, che per quasi due terzi della sua vita non mi ha visto, quale potrebbe essere la mia missione?

Non lo so, ma la frase che mi disse poco prima che io ripartissi un paio di mesi fa ha dell'incredibile, ve la riporto:

"Zio Manuel, non andare via, anche qui hai un lavoro; insegnare a sciare ai bambini".

Qui tutti i tuoi pensieri non contano più, la tu mente crolla di fronte a tanta innocenza, purezza e verità.

Passo tutto il viaggio e non solo a pensare a queste parole, a pensare che forse ha ragione, proprio lui che della vita non ha ancora visto niente, ma che è già così saggio.
A volte la soluzione ce l'hai dentro ma hai paura di tirarla fuori, di ammettere chi sei e cosa sei, hai paura di dover abbandonare e ricominciare.
I bambini non lo sanno, i bambini sono sinceri e neutrali; se gli fai schifo te lo dicono, se gli piaci ridono e stanno.
A volte vorrei avere la sincerità di un bambino con la ragione di un grande.

Detto questo, ritornato con un po' di malincuore a Londra, ho deciso di provare a modificare qualcosa in me, reinserendo la parte sportiva che avevo accantonato da tempo.

Ero a conoscenza da circa un anno, di un gruppo di istruttori, che davano lezioni di ski roll in High Park.
La prima volta che gli vidi, rimasi impressionato, mi chiesi come fosse possibile a Londra così tanta affluenza di pazzi su due ruote; mi limitai ad osservargli ed a visitare il loro website.

Un paio di settimane fa mi decisi invece, di curiosare e di capire di più come funzionasse questo meccanismo.
Scrissi una mail al responsabile, chiedendogli delucidazioni in merito, e date le mie referenze, chiesi se ci fosse stata mai la possibilità di entrare a far parte del team di istruttori.

Ricevetti risposta un paio di giorni dopo, con le scuse per il ritardo, e con enorme entusiasmo per la mia richiesta.
Mi invtò a provare ed ad affiancare il loro club, per avere un'idea di come funzionasse.

Sabato mattina, ore 9 appuntamento al parco.

Non posso mancare, sono la alle 8.40, impaziente ed emozionato.
Alle 9.05 arrivano scusandosi per il ritardo, timidamente mi faccio vedere e chiedo di parlare con Iain.
Lui sembra più entusiasta di me, mi accoglie come se fossi un medagliato Olimpico e mi presenta alla schiera di istruttori presenti.

Non si sprecano commenti su di me, "sembri uno sciatore vero" mi dice qualcuno, "fai sul serio" mi dice qualcun'altro.
Vengo subito a contatto con un'Italiano che vive a Londra da vent'anni, ci raccontiamo a grandi linee la nostra carriera, e mi dice subito: "tu dovresti essere ad insegnare, mica ad imparare".
Eh, penso tra me e me, dammi tempo....

Mi vestono con casco e ginocchiere, scarpe Salomon, ski roll blu di marca sconosciuta, ma moooooolto molto validi, e bastoni in ferro battuto Kv+.
Devo dire che il materiale che noleggiano è di ottima qualità.

Anche l'organizzazione è di prim'ordine, un furgoncino attrezzato  con cassette e scomparti per ski roll, bastoni scarpe caschi manopole e ginocchiere, più due posti davanti per gli zaini.

Indosso tutte le protezioni, con molto impaccio e si parte.

Qualche passo di riscaldamento e mi sento volare, sono emozionato e felice.
Era due anni che aspettavo questo momento, ed ero li, ad High Park a fare ski roll..

Mi accorgo subito che tolto qualche istruttore, il livello è abbastanza basso.

Sciamo per un paio di ore, non sentendo minimamente la fatica, capisco che sto sciando da tanto solo guardandomi le vesciche che si creano e scoppiano sulle mie mani nude.

Torniamo al pulmino e scambio un paio di parole con Iain, il responsabile ed un'altra ragazza allenatrice, che mi accenna i vari step che dovrò superare per diventare istruttore di livello 1.
Mi dice inoltre che scio bene, meglio di lei e che quindi non avrò nessun problema a superare il corso.

Il problema invece me lo creo io, perché un conto è insegnare in italiano ma un conto è insegnare in inglese in terra inglese.
Per ora non mi fascio la testa, ho prenotato il corso per la fine di aprile e saranno tutti contenti di avermi a bordo.
Insomma, ho fatto il primo potenziale passo per vivere di sport; 

La mia passione.








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