Lettori fissi

martedì 28 agosto 2012

"40 ORE DI CARNEVALE"

Sono le 4 a.m. e sono sveglio da 22 ore, e lo rimarrò ancora per almeno altre 20.

Scrivo, per occupare quest'ora di tempo, che mi separa dalla sveglia per andare al lavoro.
Oggi, o meglio ieri, a Londra era Bank Holiday, uno di quei giorni dove nessuno lavora; o quasi..

Era anche il secondo ed ultimo giorno del carnevale di Notting Hill.
Come potevo non andare a ficcare il naso?

Avevo già sentito parlare di questo favoloso avvenimento, ma mai mi sarei aspettato una cosa del genere.
Prende spunto dal carnevale di Rio de Janeiro, ma poi, la miscellanea di etnie culture e stili di far  festa, lo trasformano in un mix tra sagra della porchetta, Oktoberfest, festa degli alpini, festival del Rhum e revival di Woodstock.

Non è difficile trovare il posto, la metro si carica di gente e si ferma alla stazione di Notting Hill Gate, dove fiumi di festanti e curiosi come me, scendono e per inerzia si spostano a casaccio indirizzati non tanto dagli steward quanto dalla folla stessa.

Non so bene dove andare, ma decido di seguire la massa; che a dire il vero, una volta all'aria aperta, non pare neanche così estrema.

E' tutto organizzato alla grande, dappertutto si vedono forze dell'ordine e mezzi di primo soccorso.

Tra la stazione della metro, ed il vero e proprio "centro", cammino circa una decina di minuti.

Per la strada, sembra ci sia stato un conflitto tra alluminio e carta da imballo, finito a pareggio.
I poveri volantini giacciono esanimi come le lattine stritolate dalle mani dell'accanito bevitore di birra.

Più si va verso il nucleo della festa, più i cadaveri diventano "importanti".
Dalle lattine, si passa ai cartoni, poi alle bottiglie ed infine all'essere umano; colui che della catena alimentare è l'ultimo anello.

Qualcuno giace a terra privo di facoltà mentali, qualcun'altro, carico di energie barcolla in ambigue direzioni.

Ma questo, poco importa a chi la festa la fa da padrone, ovvero i giganteschi carri.
Carri, non saprei come definirli.

In realtà mi aspettavo fossero variopinti colorati e di fantasia; invece non sono nient'altro che camion con rimorchio, sul quale è stata allestita una struttura in tubi Innocenti; il tutto addobbato con qualche striscione pubblicitario ed un potente impianto audio.

Delle casse musicali, che ti fanno vibrare anche gli alluci quando gli passi vicino.
Il tutto seguito da maschere e costumi indossati per un buon 99% da taglie forti.

Non mancano le vie con bancarelle e banchetti che cucinano prodotti caraibici piuttosto che fritture di dubbio gusto.

La gente mangia, con gusto ed i profumi si mischiano agli odori che il più delle volte diventano quasi tossici.
Chi arrostisce pannocchie, chi cucina crepes, chi cucina wurstel tedeschi e chi invece è immerso tra litri di aperitivi da distribuire alla folla.
Insomma, una bella festa.

Ma c'è veramente tanta gente, troppa, non riesco nemmeno ad andare dove voglio, ma dove posso.

Ben presto, dopo aver assistito al musicista di pentole e secchielli, ed aver visto il back stage dei carri, mi dirigo in direzione ignota, con lo scopo di tornare verso casa.
Trovo ben presto un bus che fa al caso mio.

A dire il vero sto aspettando risposte per la serata; Valeria, ormai da ore è irraggiungibile, chissà in quale parte del carnevale si sarà persa; Andrea e Kamila sono al lavoro e non sanno cosa faranno della loro pelle.

Sono ormai le 7 ed inizio ad avere fame, perchè è vero che oggi è Banck Holiday, e per pranzo mi sono concesso un Hm and Cheddar anzichè un Cicken Salad, più svariati cappuccini; ma la giornata è lunga.

Non ho tempo di pensare troppo, che mi telefonano e mi dicono che mi stanno spettando al Chelsea Potter Pub; ok, gli dico, datemi una mezzoretta che mi attivo.
Passo da casa, giusto per posare la pizza in saldo poco prima comprata alla Sainsbury's.
Poso il cibo, prendo la bici ed in tempo record sono sul target.

Ho fame, mi divoro la Fruit Salad di Caffe Nero e beviamo una birrra.

Poi la decisione si fa tragica; e come al solito le idee malsane vengono sempre a me....
Propongo di prendere il primo bus, e scendere dove più ci piace.
Non è difficile, tutti i bus portano in centro.
Finiamo in Picadilly, alla ricerca di un qualcosa da mangiare.

Cerchiamo qualcosa di sostanzioso ed economico, e la ricerca cade su di una scritta 6.95£ HOT BUFFET ALL YOU CAN EAT.

Quando vedo la scritta "All you can eat", lo spirito competitivo, viene fuori, e anche il mangiare diventa una sfida; perchè è una sfida, tu, proprietario del locale, credi così facendo di guadagnare.
Ed in effetti è cosi, ma con me, dovrai sudarteli questi 6.95£.

Non aspetto il via, parto in anticipo, e divoro un piatto pieno di schifezze cinesi prima ancora che Kamila ed Andrea riescano a sedersi.

Dopo due portate loro sono esausti; io mi fermerò alla quinta.

Lasciamo il locale, ma la serata non finisce, ci dirigiamo prima in Trafalgar Square e poi ad Embankment, costeggiando il Tamigi.

Ho freddo, piove e sono in maniche corte perchè non prevedevo cotanto movimento.

Ormai l'idea di tornare a casa in bici, non mi passa neanche più per la testa, tanto meno quella di rientrare via metropolitana; è ormai l'una passata e sono già tutte chiuse.
L'alternativa, è l'ormai consueto Bus notturno.

Anche se è tardissimo, accompagno per un pezzo Kamila, che prenderà in seguito la sua via di casa.
Io non sono lontanissimo da dove ci lasciamo, di più; inoltre i bus notturni sono meno frequenti.

Ma ormai non importa, sono indeciso se dormire poche ore (2) o se fare il giro completo senza passare dal via.

Il rischio è quello di assopirsi e di non sentire la sveglia delle 5.
Meglio non rischiare.

Rientro alle 4, con il cibo cinese ancora da digerire (rimarrà tale fino dopo mezzogiorno); accendo il computer e scrivo...

Non riuscirò a finire l'articolo in tempo, il mio cervello ragiona a rilento, ed un'ora non mi è sufficiente.

Lo completerò alle 18, di rientro da una lunga giornata lavorativa.
Sono ancora vivo, il mio cuore ha retto, nonostante i 6/7 cappuccini della giornata.









giovedì 16 agosto 2012

AUGURI S.G.



              16 AGOSTO 2012


E taaak!

E sono 30 mia cara sorella.

TRENTA, senti come suona bene, ma senti anche quanto è lungo da pronunciare T R E N T A .

E' cifra tonda, non fa una piega, non ha neanche un brutto suono.

Ma si, tanto sono solo numeri.
Numeri che ci mettono alla nascita per ricordasi da quanti anni stiamo pagando le tasse, e per ricordare allo stato quando è ora di aumentarle.

Quando nasciamo siamo già numeri, e lo saremo per tutta la vita.
Anche quando facciamo le gare, quando andiamo a scuola, quando andiamo al supermercato, quando ci confessiamo, siamo sempre dei numeri.

E non ci preoccupiamo se siamo il 4 il 48 o il 2673, perchè sono solo numeri.
E così devono essere gli anni che ci sobbarchiamo sulle spalle.

Gli anni sotto forma di numero servono solo per scandire la nostra vita in sezioni; per facilitare il compito a qualcuno.
Sappiamo che dai 3ai 5 siamo all'asilo; dai 6 ai 19 siamo a scuola, per chi è fortunato; poi fino a 25/30 università.

A 14 puoi guidare il cinquantino, a 16 il centoventicinque, a 18 la macchina.
Ma qui poco importano le facoltà mentali, l'orientamento politico, le scelte di vita, i pensieri le emozioni, basta il numero sulla carta d'identità e tutto è più o meno concesso.
Idem per il diritto di voto o per entrare in politica.

Numeri, che se uno inizia a pensarci, non ne esce più, ma numeri, che se uno non ci da troppo peso, sono semplicemente anni di esperienza e di vita vissuta.

Pensa quante cose in meno hai adesso da imparare rispetto a Diego..
E' vero, lui in bici ci sa andare, ma non è mai troppo tardi..

Ti ho sempre vista come la sorella maggiore, con invidia quando tu potevi stare fuori fino a "tardi" ed io nemmeno potevo uscire; con rabbia quando mi incolpavi dei danni ed intortavi mamma e papà affinchè ti dessero ragione; con noia quando io volevo giocare e tu volevi LEGGERE (ma che sport è leggere?); con gioia, quando arrivavo a casa e c'era cena pronta; con stima quando rimani fino alle 3 a stirare ed a pulire casa; con complicità, quando con un'occhiata ci si dice l'intera "Divina Commedia"; con assoluta tristezza quando rimani in pigiama tutto il giorno...

Oggi, è uno di quei giorni in cui per 26 volte sei ancora più maggiore di me.
Ma sei comunque la mia sorella, come a 5 anni,  come a 20, oggi a 29+1.

Difficile spiegare a parole cosa significhi avere un fratello/sorella maggiore; infatti non lo farò, ma chi è fortunato come me, già lo saprà.

Grazie per avermi spianato la strada, per avermi lanciato la corda quando avevo bisogno, per avermi fatto odiare Jessica Fletcher, per non avermi fatto perdere nemmeno una puntata di Antonellina, per non fare domande quando non devi fare domande, per avermi sfamato e coccolato più di una sorella, per aver fatto da Ambasciatore tra me e Lidia, per avermi insegnato che i panni sporchi non passano direttamente dalla cesta all'armadio, per la ricetta della Saker, per essermi sempre venuta a prendere al colle dopo lo ski roll e per quanto fatto in tutti questi anni.

Ti auguro un Buon Compleanno.

Ci vediamo tra meno di un mese.. baci baci..



OYSTER ADDIO!

Sapevate che ieri era il 15 di Agosto?

Bene, perchè se non me lo ricordavano almeno 10 volte dall'Italia, non me ne sarei mai accorto.
O meglio, non ci avrei fatto caso, in fondo qui è solo un numero.

Esatto, perchè se in Italia è la data più attesa per le grigliate e le gite fuori porta "mordi e fuggi", qui, non è nient'altro che il 15 Agosto.

Sarà per questo, che la mia è stata pressochè una giornata come le altre.

Mi sono svegliato tardi, tardissimo, causa del rientro a casa tardi, tardissimo la sera prima; complice questa volta, non il brindisi ma il viaggio da lontanissimo senza l'ausilio della Picadilly.

Due ore e mezza di viaggio tra attese di bus che non arrivavano mai, e gruppi di ragazzi ubriachi che escono la notte come vampiri.

Ma questa, sarà un'altra storia.

Stavamo parlando della giornata di ieri, 15 Agosto.

Dopo il risveglio non troppo mattutino, una colazione small, non potevo non farla; solo per il piacere di masticare qualcosa.

Poi, tante idee per la testa, tante cose in mente da fare nel mio giorno OFF.

La cosa migliore è iniziare da una; ed allora, perchè non avventurarsi in zona "Finsbury Park" a visitare un negozio di bici?

E' da qualche settimana, che sono in cerca di un velocipede; adesso è ora.

Va bene, un'ora di viaggio, misto a "sonnolenza da metro" e sono sul posto.

Mi guardo intorno e non mi sembra proprio di essere in centro città, tutt'altro.
La cosa incredibile di Londra, è che puoi passare dal centro sfarzosissimo alla periferia logorata, in meno di 3 minuti.

Mi guardo intorno e, si, insomma non è come me l'aspettavo ma poteva essere peggio.
Inizio a cercare questo negozio di bici, trovato per caso su Gumtree.

Non vedo nient'altro che una palestra, un paio di negozi di vestiario bruttissimi ed una sorta di fabbrica tessile; poi un grosso parcheggio e tante auto.

Dopo un a ventina di minuti, penso che come molti annunci su Gumtree, sia stata soltanto una fregatura.

Poi, prima di mollare del tutto, mi calo nei panni di una donna, e chiedo informazioni.

Il signore nella garitta mi risponde per due volte una cosa che ancora adesso non ho capito;
solo due parole, ma dette con un boccone di panino in bocca ed un accento misto tra Senegal, Etiopia, Egitto e Marocco.
Poco male, trovo lo stesso il tanto cercato negozio di bici.

Anche questo, non è proprio come me l'aspettavo.

Anzi, non lo è per niente.
Non è nemmeno un negozio.

E' un container pieno di pezzi nuovi di zecca, importati da Taiwan; fuori, un gazebo con dei cartoni per terra sul quale montare le biciclette.

Chiedo informazioni, e dopo poche parole, capisco dall'accento che il personaggio incaricato della vendita, è Italiano.
Sono tutti Italiani...

Mi spiega che posso personalizzare la bici come voglio, colori, ruote pedali manubrio.
Certo, mica AGGRATIS.

Quindi provo 3 modelli diversi di manubrio, guardo i colori ed il più bello mi sembra il BIANCO PERLA, "noi in italia lo chiamiamo così", mi dice Vittorio.
"Ed in inglese, come si chiama?" gli chiedo io..
"White pearl" mi risponde lui con una smorfia di dubbio..

Come tutti i venditori, e perlopiù Italici, inizia a spiegarmi che sono bici fighissime, costosissime ma che loro possono permettersi questi prezzi perchè hanno tanto smercio.. bla bla bla...
Non ascolto più di tanto, non mi importa cosa mi dice, mi serve una bici, punto.

Certo, il compromesso qualità prezzo non so ancora se sia il migliore, ma nel caso vi farò sapere.

Ok, la prendo, mi garba.

Mi dice di ripassare tra un'ora, giusto il tempo di darle una controllata, finire un'altra bici; e ci rivediamo alle 14.

Ne approfitto per fare un giro in zona; non c'è molto da vedere ma devo ammazzare il tempo.
Si fanno presto le 14, e ritorno al "grande magazzino".

Nel frattempo è arrivato anche il socio, o il capo; non so come definirlo, ma un ragazzo sui 33 anni, con poca voglia di lavorare ma tanta voglia di chiacchierare e di intortare la gente.

Anche lui mi inizia a parlare di pezzi top di gamma, mi dice che ho gusto, perchè ho scelto delle ruote super...
Tra me e me penso che ho scelto quelle perchè erano le uniche che c'erano;
ma non diteglielo, perchè potrebbe rimanerci male.

Provo ancora la bici e mi accorgo subito che i freni sono montati al contrario rispetto a quelle italiane.
Alla mia domanda, del perchè, in primis, Mr. Ipad mi risponde che sto sbagliando, in tutto il mondo sono così. 

A questo punto mi viene il dubbio, ma non mollo, e convinco il fannullone che ho ragione; perchè avevo ragione.

Allora corregge il tiro ed, assalito dai dubbi, mi risponde che comunque in Inghilterra si usa così..

Vado in bici da 20 anni, saprò ben qual'è il freno davanti no?

Gli chiedo di spostarmeli; ma allo stimato di almeno 10 minuti di durissimo lavoro, decide di farmi lo sconto e lasciare il tutto così.

Va bene, gli dico; tanto io devo pedalare, mica frenare.

Mi chiede se sono un ciclista nato; gli rispondo di no ma che sono sportivo nato.
Pago la bici e me ne vado.

Non va male, ha solo qualche vibrazione quando freno anteriormente.
Per tornare a casa, devo fare 20km su strade che non conosco.

Non ho idea del tempo impiegato, ma verso le 16 sono a casa, soddisfatto della pedalata e della mia nuova bici bianca.

Il bianco è neutro, potrò personalizzarla come meglio credo.
Posso scriverci sopra "MADE IN TAIWAN" così magari nessuno me la ruba.

L'idea migliore però è quella che ogni persona che in questo periodo Londinese, condivide una parte di "vita" con me, possa stampare sul telaio la sua firma; o qualcosa di simile.










domenica 12 agosto 2012

"LA MIA OLIMPIADE"



Ho visto la sveglia che suonava alle 8.00;

Ho visto che era Domenica e la Lidl apre solo alle 10.00;

Ho visto che non avevo più fiocchi d'avena e pane finto;

Ho visto che nella borsa del cibo giacevano ancora dei museali;

Ho visto che tutto sommato sono riuscito a fare colazione;

Ho visto che era una bella giornata;

Ho visto che avevo tempo e sono andato alla stazione a piedi;

Ho visto il treno della metro zeppo di gente la domenica mattina;

Ho sentito gli occhi che si chiudevano dalla stanchezza anche se era mattina;

Ho visto che ero alla stazione di Westminster e sono sceso;

Ho visto un Caffe Nero appena fuori la stazione, con una coda di gente infinita;

Ho viso steward in pettorina gialla e fuxia;

Ho visto transenne birilli e striscioni;

Ho visto il Big Beng per la quinta volta;

Ho visto il London Eye;

Ho visto il Tamigi con le sue imbarcazioni;

Ho visto strade prive di auto;

Ho viso donne, uomini, bambine, bambini ed anziani;

Ho visto in ognuno di loro la curiosità;

Ho visto l'attesa nell'uomo a fianco a me con una radiolina portatile;

Ho sentito il Big Beng suonare le campane;

Ho visto l'auto con il cronometro che si avvicinava;

Ho visto centinaia di macchine fotografiche prepararsi allo scatto;

Ho visto il gruppone di testa e poco dietro gli inseguitori già staccati;

Ho visto voli tranquilli e rilassati;

Ho visto gioia e stupore negli spettatori;

Ho visto noia e fastidio negli steward costretti a dare le spalle alla corsa;

Ho visto educazione e correttezza;

Ho visto bandiere e colori;

Ho visto i tifosi Kenioti;

Ho visto Kiprotich Wilson Kipsang provare la fuga;

Ho visto la scioltezza nei primi corridori;

Ho visto il gruppo meno compatto;

Ho visto i primi, segnali di fatica;

Ho visto sudore;

Ho visto concentrazione;

Ho visto gioia e dolore;

Ho visto fatica, tanta fatica;

Ho sentito commenti ed emozioni;

Ho provato emozioni;

Ho visto gambe correre come se la strada fosse in discesa;

Ho visto gambe incollate all'asfalto;

Ho visto muscoli tirati e doloranti;

Ho visto passione;

Ho visto volontà;

Ho visto volti doloranti e scavati;

Ho visto tristezza ed amarezza;

Ho visto incoraggiamenti;

Ho visto il tifo appassionato della gente;

Ho visto e sentito mani applaudire;

Ho immaginato la gioia di Kiprotich Stephen;

Ho visto il primo e l'ultimo perchè è giusto applaudire anche per lui;

Ho visto Ramonene Tsepo camminare dal dolore e dalla fatica;

Ho visto che Ramonene Tsepo riprendere la corsa incitato dagli applausi;

Ho visto che Ramonene Tsepo è riuscito a concludere la sua fatica, perchè un'olimpiade è qualcosa di più che una semplice gara;

Ho viso una giornata piena di colori;

Ho visto in me la voglia di sport;

Ho sentito per la prima volta la voglia di correrne una;

Ho visto;

HO VISTO LONDRA 2012 HO VISTO LA MARATONA.





giovedì 9 agosto 2012

CERCASI BIKE

Sarà tutta quest'aria Olimpica, saranno le poche, ma quando ci sono, belle giornate di sole, sarà la voglia di fare fatica, sarà la voglia (comune a molti qui a Londra) di risparmiare tempo e denaro, ma l'idea di comprarmi una bicicletta, non è assolutamente da scartare.

Se fino a qualche mese fa rischiavo la vita attraversando la strada, e l'idea di abbandonare i mezzi pubblici, mi passava per la testa solo sporadicamente, oggi, la voglia di mollare l'ormai inseparabile "Oyster Card" è tanta, anzi tantissima.

Per chi non fosse pratico, l'Oyster è la tesserea per viaggiare sui mezzi pubblici Londinesi.
Puoi ricaricarla di quanto vuoi o decidere di fare l'abbonamento mensile o settimanale.

E' comoda percarità, ma il mensile per zona 1-2 mi costa la bellezza di 112.20£.

Per non parlare del tempo che si passa aspettando e viaggiando sui mezzi pubblici.
In media, ogni giorno solo per gli spostamenti casa-lavoro, spendo circa 2h 2h30' del mio preziosissimo tempo.

Considerando che a piedi, da casa a Caffe Nero impiego circa 1h15'... e di corsa 35'.

Inoltre, devo sfatare il mito di chi mi diceva che Londra è grandissima e le distanze sono enormi.
Londra è grandissima; e su questo non si discute, ma se consideri il centro, ovvero la zona 1; che alla fin fine è quella più interessante a livello turistico, l'idea di usare i piedi come mezzo di trasporto, non è sbagliata.

Molti si spaventano, perchè guardando le mappe delle metropolitane non ci si rende conto delle distanze; ma posso assicurarvi che a volte si impiega più tempo a scendere nella tube, prendere il treno, magari cambiare linea, risalire in superficie; piuttosto che camminare 10 minuti in linea retta.

Inoltre, a mio modo di vedere, camminare per le vie del centro di Londra è un ottimo modo per orientarsi nonchè per scoprire posti e costruzioni stupende.

Sono a Londra da quasi 4 mesi, e mi muovo meglio qui che nel centro di Torino.

Complice anche l'abbondare di punti di riferimento, paline con mappe della zona, cartelli con il nome della metro e quindi del quartiere ecc..
Insomma, è più facile di quanto mi immaginassi alla mia partenza.

Il centro della città, è inoltre zeppo di biciclette Barkleys, quelle bici pubbliche introdotte dal sindaco di Londra, che puoi noleggiare.

Avevo da tempo voglia di provare questo servizio, e finalmente ieri mi sono tolto lo sfizio.
Sono biciclette esteticamente bruttine, abbastanza da "Parinot", ma hanno le ruote ed i pedali, e questo basta.

Per la prima mezzora è gratis, poi scattano le tariffe.

Avevo anche pensato di usufruire di questo servizio, invece di cercare una bicicletta da acquistare, ma purtroppo i depositi sono presenti solo in centro ed io vivendo in zona 3, non sono proprio comodo.

Tornando a ieri, devo dire che "guidare" a Londra è una cosa al quanto bizzarra, per chi è cresciuto con la precedenza a destra..

Bizzarra ma divertente, complice anche il periodo Olimpico, che ha fatto si che molte strade limitrofe a parchi ed accessi pedonali fossero chiuse al traffico automobilistico.

Non ricordo quando fu l'ultima volta che usai una bicicletta per scopi turistici.
Forse al mare, quando con la famiglia si noleggiava il tandem; parlo di circa 12 forse 15 anni fa, bo non saprei.

Ma è stato comunque divertente, la mia fame di fatica è insaziabile, quindi penso proprio che inizierò a cercare un mezzo di locomozione a pedali, che possa agevolare i miei spostamenti e salvaguardare lo stipendio.

Per ora, grazie Barklays di avermi concesso mezzora di turismo a due ruote.


venerdì 3 agosto 2012

LA PROSSIMA VOLTA RINASCO INGLESE

Sapete perchè i bambini imparano più in fretta una nuova lingua?
Perchè non hanno ancora sviluppato la parte malata e contorta del loro cervello.

In parole povere: hanno più immaginazione.

Per imparare una nuova lingua, serve immaginazione e fantasia; e ne serve veramente tanta.
I bambini, non hanno ancora perso il legame innato con la semplicità nel fare e dire le cose.

Loro, per dire che hanno fame, dicono che hanno fame;
io, per dire che ho fame dico che sono arrabbiato, perchè non ho ancora capito la differenza tra hungry e angry.

Ormai tutti lo sanno, quasi me lo chiedono per sfida e si mettono a ridere; io, rido più di loro e dico semplicemente: "I need to eat"; e risolvo i problemi.

Ho anche imparato ad usare la parola "thing" che ti aiuta in ogni situazione.
Se non sai il nome di qualcosa, lo chiami semplicemente "thing".

Dicevo che bisogna avere molta fantasia per comunicare qualcosa quando non sai la lingua; si perchè devi spiegare un concetto, con i pochi vocaboli a disposizione.
E' stimolante per la mente, non c'è che dire, ma diventa snervante nel momento in cui vorresti controbattere ad una situazione poco piacevole o quando vorresti semplicemente esprimere le tue opinioni.

Bisogna prenderla così, perchè tutti mi dicono che dopo 3 mesi non posso pretendere di capire e sapere tutto; ma si sa, io sono testardo e voglio riuscire bene in tutto.

Per ora riesco bene a fare ridere le persone; credo che i miei svarioni linguistici siano veramente esilaranti.

Kristina mi ripete che non devo farla ridere perchè le fa male i labbro che si è bruciata bevendo il the;
Kamila mi dice: "again" e mi fa ripetere la frase, magari in maniera più comprensibile.

Provo, faccio mille giri di parole per dirle "caminetto" che in polacco si dice semplicemente "kominek"; è più facile parlare polacco.

Sembra di essere in quel gioco da tavola, dove, pescata una carta, dovevi far indovinare ai tuoi compagni, l'oggetto rappresentato senza poter utilizzare le parole scritte sul retro della stessa.

L'inglese, di fondo non è una lingua difficile.
Loro tendono a semplificare tutto, ne è la prova il fatto che nella lingua parlata, facciano le abbreviazioni delle contrazioni; il che rende il tutto mooooolto più complicato per noi stranieri.

Paradossalmente è più facile comprendere l'inglese di un emigrato, piuttosto che quello di un locale cittadino.

La parte divertente, arriva quando devi anche fare conversazione con i vecchietti che vengono a fare merenda a Caffè Nero.
Santo cielo, loro proprio sono carinissimi percarità, qualcuno a stento riesce ad arrivare al bancone, qualcuno si sorregge al trolley della spesa; qualcuno è arzillo e pimpante come un giovanotto.

I clienti abituali, ormai non sono un problema; come la nonnina che chiede sempre un regular soya latte extra hot in paper cap with chocolate on top and one lemon and poppy seed muffin.

Facile, ma santo cielo, quando arriva lei, la vecchina novantenne che a bassa voce comincia a farneticare qualcosa, tra te e te pensi che non ne arriverai mai a capo.

Fortunatamente poi, ti chiede in modo estremamente garbato e gentile, tipicamente anglosassone anni '30, un large black coffee in paper cup.
Ti metti quasi a ridere; uno, perchè fanno tenerezza; due perchè la paper cup large, è più grande della vecchina stessa; è come dare una media bionda in mano ad un bimbo di 6 anni.

Ma torniamo per un momento al mio drammatico tentativo di imparare l'inglese.
Tutto facile, fin che si resta nell'ambito caffè e cappuccini; ormai nulla ha più segreti; ma il difficile viene quando devi rispondere al cliente abituale che "attacca bottone".

"How are you?" E fin qui ci siamo.

Poi, la conversazione diventa drammatica; "Have you been in holiday?"

E sistemaicamente gli rispondi di no; ho solo preso il poco sole che c'è a Londra.
Ma non è facile come sembra; almeno per me..

"You are lucky to have chose the right day off".

Sarà, ma io mi vedo pallido come non mai.

E comunque sia, si sono Lucky; 
di essere qui a vivermi per la seconda volta il clima olimpico anche se non credo riuscirò a vedermi nessuna gara;
di riuscire in un modo o nell'altro a far ridere le persone;
di avere un saluto da persone che neanche conosci, ma che se ti vedono per strada ti riconoscono perchè gli hai fatto il "perfect cappuccino";
di avere un sorriso ed un free hug in tera straniera.