Lettori fissi

lunedì 30 aprile 2012

"GREEN AND WILD"

Vivere la città in cui sei, significa esserne partecipe; ed io oggi mi sono finalmente sentito libero.

Libero, da ogni tensione o preoccupazione dovuta alla ricerca disperata di una camera, libero dal sapere o meno se domani ci sarà un lavoro.
Oggi tutto questo c'è.

E' stata una bella giornata di sole caldo primaverile, e per sfruttarla al meglio, mi sono concesso anche una bella corsetta mattutina nel parco sotto casa.

Sembra incredibile, ma a Londra è pieno zeppo di gente che corre.
Corrono ovunque, sul marciapiede, lungo il Tamigi, in centro, nei parchi.

Vedi tutte le razze e utte le età, ma quella che va per la maggiore è la fascia 20/30.
E' vero, tra 12milioni di persone è forse più facile trovarne 100 che corrono, però a me fa pensare che ci sia una cultura e uno stile di vita differente.

Forse lo stress da pendolare o da ufficio in qualche modo deve essere smaltito, e, vuoi nel cibo, vuoi nella corsa, o nello sport più generico, la gente si sfoga.

Ho visto addirittura un gruppo di giovani mamme, con passeggino annesso, correre in gruppo nel parco, per poi fermarsi a fare stratching e flessioni.
Per una volta, non sono io quello "diverso", anzi, mi sento quasi strano perchè corro solo senza fare stratching.

Fare sport a Londra è possibile, fare uno sport come la corsa, è possibilissimo.
Sono a nostra disposizione decine e decine di parchi, piccoli, grandi, enormi.

C'è n'è uno, si chiama Richmond, è situato a sud ovest della citta, in una zona ricca mi dicono, lo guardo su google maps ed è enorme, vorrei andarci ma a piedi mi stima circa 2 ore..
Non oggi, ma prima o poi ci andrò!

C'è poi Hide Park, abbastanza grossino, con ampi spazi verdi ed un bel lago al centro.

Quando entri nei parchi ti dimentichi addirittura di essere in una citta supertrafficata, turistica e commerciale, tutto si traduce nel linguaggio universale dello sport.

Non ci sono più barriere, non ci sono più ricchi o poveri, capi o operai, ognuno corre e la fatica assume un'espressione che è uguale in tutto il mondo.
Basta uno sguardo al ragazzo che incroci, per capire le sue emozioni.

Grandi, piccini, in bici o a piedi, ma anche anziani a passeggio che raccontano i fatti loro; poi non dimentichiamo chi fa si che i parchi di Londra siano sempre puliti ed ordinati.

Perchè quì funziona, l'erba è verde e la puoi calpestare, pensa, puoi anche sdraiartici sopra senza rialzarti sporco di cacca..
Non vedi cartacce, solo bidoni svuotati da poco.

Londra, magia e bellezza del vivere lo sport.


NON C'E' PIU' BATMAN

"7 THE ELMS, Tooting Bec Rd, Sw17 8Bt"


Questa è la fine della storia, voi vorreste sapere l'inizio immagino....  E così sia.

Il terzo giorno di permanenza a Londra, ho deciso che sarebbe stato utile attivarsi affinchè il mio soggiorno all'"All Star Hostel", non si dilungasse troppo.

Il consiglio di tutti è sempre stato quello di affidarsi al web, ormai mezzo sempre più consolidato di comunicazione, di scambi e di vendite internazionali.
Un sito su tutti era al centro della mi attenzione: "GumTree", l'albero di gomma insomma.

Un sito dai colori tenui sfumati e caldi, un verdino che passa ad un giallo pastello slavato, ti da sicurezza e conforto.

Li sopra puoi trovare di tutto, è una sorta di e bay del Regno Unito, e tra le tante cose che puoi trovare, non mancano le fregature.

Già, perchè sono proprio quelle che tengono alto il mercato di chi si affida alle agenzie immobiliari.
La mia avventura sul web, inizia proprio su questo sito, inserisci la località: Londra, poi cosa cerchi: camere in affitto, poi come le vuoi: condivise o to share che dir si voglia, poi se le vuoi singole doppie triple: singola, poi in che zona la vuoi: sud ovest, e se non ti basta puoi scegliere anche il quartiere, ed il prezzo.

Insomma è una roba ben fatta, ci sono migliaia di annunci che escono freschi ogni ora, devi solo metterti li con tanta pazienza e prendere nota.

All'inizio sembra facile, fai il pignolo, cerchi la casa bella comoda spaziosa economica ma in centro.
Più passano i giorni più le tue richieste diventano meno esigenti, inizi a cercare non solo più nei quartieri centrali, ma ti sposti in periferia.

Non basta, no, non basta perchè costano comunque tanto, e se il budget iniziale era di 70/80£ alla settimana, adesso è sicuramente aumentato.
Non ti fa schifo guardare anche quelle più scomode che vanno tra le 90 e le 100£
.
Guardi anche in zone che non ti interessano, zone che sono scomodissime per il lavoro che già hai e che dovrai andare a fare; sono quartieri "lontani", che con la metro ci impiegheresti una vita.

Nord-Ovest e Sud-Ovest sono le zone più battute, ma c'è sempre qualcosa che non va.
Io vedo l'annuncio, mando l' e-mail e non ricevo risposta.

Cambio ben presto tattica, dalla e-mail, passo all' sms, meglio, qualcuno risponde.
I primi messaggi che mando sono robe sconclusionate del tipo "Io vedere annuncio sopra Gumtree volere vederla casa ancora possibile?"
Sembro ET atterrato sulla terra.

Poi con il passare dei giorni, (neanche troppi, x che bisogna fare infretta), i messaggi diventano piu fluidi e scorrevoli, ricevo anche risposte al quale io stesso richiedo informazioni sull'eventuale appuntamento.

Il primo appuntamento l'ho avuto domenica 22; era una camera a 10 minuti a piedi dal centro, in una casa condivisa con altre 5 persone di nazionalità differenti.
La camera era minuscola e sporca, l'armadio monoanta sembrava disegnato sulla parete, non c'era un tavolo per sedersi a mangiare e se avessi voluto svuotare la valigia avrei dovuto liofilizzare gli indumenti ed incastrarli nelle fessure delle finestre.

Grazie ed arrivederci.

Va bè penso, è solo la prima, ma che schifo!

Continuo la mia ricerca, un paio di giorni dopo vedo un annuncio in una zona niente male per il mio lavoro, abbastanza comoda; era un annuncio di un italiano, in casa erano in 6 se non sbaglio, tutti nostrani.
Vado a vederla.. mi accorgo appena esco dalla tube, che il quartiere "Brixton" non promette niente di buono.

Incontro il ragazzo che vive qui da circa 5 anni, mi porta a vedere l'alloggio e facendomi accomodare si scusa per il disordine ma stava facendo le pulizie.
E meno male che stava pulendo, perchè vi assicuro, che in quella casa mancavano solo le blatte, o per lo meno mancavano al momento del mio ingresso.

Mi fa vedere la stanza, (ma io so già cosa gli risponderò), entriamo nella "suite" e trovo perterra di tutto, briciole, immondizia e sporco vario, più un'impestante odore di muffa misto a chiuso.

Il giovanotto ha il coraggio di dirmi che attualmente in quella camera ci vive lui; bene, continua a farlo.. sembravo Rudy Zerbi ad "Italia's Got Talent", a braccia incrociate davanti la faccia a gridare: "Per me è no"!.

Torno a casa sempre più demoralizzato; ormai le mie giornate sono solo in funzione della stanza.
Non mi godo più la città, sono notte e giorno incollato al pc su sto maledetto sito.
Inizio ad odiarlo, quelli che prima erano colori caldi e tenui adesso hanno il sapore del vomito.

Sono sempre più convinto che non troverò mai la camera "OK", nonostante i messaggi di conforto di tanti, il mio morale è pessimamente sceso non solo sotto le scarpe, ma addirittura sotto la metro.
 
Decido di mettere degli annunci anche su "Spareroom", scoprirò solo più tardi che l'annuncio è "For Free", ma la risposta, se la vuoi, la paghi.
Grazie, ma anche no!

Vado anche in agenzia a chiedere informazioni, ormai sto battagliando su tre fronti, l'ultima spiaggia la tocco quando ormai agli sgoccioli della settimana pattuita con l'stello, vado in giro per Londra a chiedere ai giovani con uno zaino o con accento Italiano se sanno qualcuno che affitta stanze.
Nulla, nulla si muove!

Mobilito famiglia amici, amici di amici, conoscenti di amici che conoscono sorelle o fratelli di ragazzi che hanno lavorato con l'amico della ragazza del fratello del suo migliore amico, che quando chiami, non ti presenti nemmeno, dici solo che sei disperato e vuoi una stanza, come ho avuto il tuo numero non importa, ma dammi da dormire!

Nel frattempo, l'agonia su "Gumtree" continua; vado anche a vedere una casa che sembrava perfetta, nuova, pulita e profumata, condivisa con altre 4 ragazze, due spagnole e 2 australiane, un paradiso insomma (veramente, non è uno scherzo) la singola era troppo cara, 145£ a settimana, la doppia era interessante, 93£; peccato che non ho trovato nessuno per condividerla.

A quel punto ero disperato sul serio, avevo ormai prolungato la mia permanenza in ostello, e continuavo a navigare in internet e mandare sms a tutti gli annunci.

Ormai non si seleziona più niente, se è tra 70£ e 105£ si chiama o si manda sms, non c'è santo che tenga; mando messaggi ed e-mail a nastro, persino dall'Apple sore di Covent Garden.

Qualcuno risponde, qualcuno tace, altri si nota palesemente che sono delle fregature, e ne avrai la conferma al momento della visione, nessuno si presenterà mai, e tu hai perso solo del tempo prezioso.

Poi la svolta.

Vedo un'annuncio con poche righe scritte e 105£ la settimana, bah, mandiamo il messaggio, ma a me puzza.

Mi risponde, non mi chiede nulla, fissiamo l'appuntamento per la mattina seguente, bene, si dà il caso che proprio in quella zona ho un'altro appuntamento per un'ora più tardi.

Strano, erano due annunci di due nomi femminili, di solito le donne cercano altre donne, loro no.

La mattina seguente, inizia stranamente in modo diverso rispetto alle precedenti 8, non inizia male, ma solamente in modo diverso.

Faccio cose che non avevo mai fatto, faccio colazione seduto ad un tavolo a cui non ero mai stato.. non so perchè ma è così.
Mi viene in mente anche che qualche sera prima, mio papà mi disse che entro venerdì avrei trovato casa.
Mi preparo, esco di casa e cerco di non pensare a nulla, solo di essere positivo, perchè l'aria sta mattina è diversa.

Arrivo a destinazione, in anticipo di mezz'ora, la signora mi apre, si presenta e mi fa entrare.
Si chiama Agnes, è polacca di origine, quindi il suo nome è un pò piu duro, si pronuncia tipo Aghneska o simile..

Ma poco importa, appena entro sento subito un buon profumo di pulito, la camera è ordinata, tinteggiata da poco di un ocra tenue, la cucina piccolina ma con tutto il necessario.
Il bagno idem, splende, capisco li che non devo farmela scappare, perchè come dice mamma Luciana, il bagno è lo specchio della casa.

Le dico che mi piace ma che devo ancora andare a vedere quest'altra casa ormai in programma, "non importa", mi dice lei, "fammi solo sapere appena puoi, se è si oppure no".

Esco, ma quella casa mi ha lasciato il segno.

Provo a contattare l'altra persona per l'appuntamento, provo a chiamarla sul cellulare ma non ottengo risposta; riprovo ma ancora nulla.

Faccio un giro nei paraggi, piove ma non mi importa.
Richiamo, ma neanche sta volta ottengo risposta; ok non importa, ho capito cosa devo fare.
Ritorno da Agnes, le dico che la prendo.

Lei è contenta, nel frattempo conosco il suo compagno Peter, mi fa fare un'altro giro della casa e poi mi chiede se sono convinto.
"Si", le rispondo.

Concordiamo domenica come data per il "trasloco", passo il resto del tempo a pensare e a spereare che non sia un "pacco" bello e buono, ma non ne ha motivo, io non le ho lasciato nessuna caparra.

Oggi è domenica, e con l'aiuto di Patrizia e Philip che mi hanno portato a destinazione, con tanto di piumone, cuscino e lenzuola, è andato tutto a buon fine.

Lei forse è più contenta di me, mi regala addirittura un cestino con della frutta, del cioccolato, dei biscotti e delle caramelle.

Dice che è il suo benvenuto.
Prima o poi vorrei sdebitarmi.
 
Dopo 11 giorni ho un lavoro ed una stanza a Londra; NON MALE!

Grazie a chi ha collaborato e a chi sta collaborando.



sabato 28 aprile 2012

L' "IGNIORANZA" HA I GIORNI CONTATI

Chi di voi non ricorda, quando andava a scuola, (o chi ancora ci va lo sa bene) quella fottutissima fatica che bisognava fare per scollarsi il cuscino dalla faccia e per traslarsi (TRASLARSI = spostamento rigido da un punto A ad un punto B); dal letto alla sedia della cucina per mangiare latte e biscotti.

Già, traslarsi, perchè non mi potete dire che lo spostamento avvenisse con scioltezza e vivacità.
A dire il vero, questo mi succede ancora oggi, l'unica differenza forse, sta nel the al posto del latte.

Una volta applicato sulla sedia, come un burattino di piombo, inzuppo uno o piu biscotti, (o chi per essi), facendo movimenti lenti ma efficaci, perchè è matina, ed ho sonno!

Ma torniamo a noi, vi siete alzati, avete fatto colazione e tutto ciò che concerne la preparazione per la scuola;
siete ormai sul pullman che dormite da almeno 40 minuti, arrivate alla vostra fermata, ormai siete li, si deve andare a scuola, non ne avete minimamente voglia, ma tanto ormai il più è fatto, vi siete svegliati, quindi la giornata è tutta in discesa, pensate che la prima ora avete Arte, bene si dorme, poi 2 ore di Filosofia, tanto spiega, poi Mate e Ginnastica per concludere in bellezza.

Dai, dai, non va così male;
Nel frattempo che tutti questi pensieri ti rilassano la mente arrivi a scuola, ancora 5 minuti prima di entrare in classe, prendi un caffe alla macchinetta, due parole con quelli 5° e poi entri.

Ormai ci sei, stai per sederti, e vedi i tuoi compagni a gruppi che agitati si ripetono frasi sconclusionate con date e nomi strani..
Il tuo cervello ha già elaborato, ma tu no, e chiedi: "Cosa state facendo?"

Loro con voce decisa ti dicono: "Secondo te? oggi interroga di.."
Non finiscono la frase, che il tuo cervello ha finalmente mandato le informazioni al tuo corpo inerme.

Ti accorgi solo allora, di non aver studiato assolutamente NIENTE!
Non ti ricordi neanche l'argomento, inizi a fare lo speranzoso dicendo che magari non interroga, magari si dimentica, ma non funziona, ormai sei nella cacca!

Apri il libro, vai dal secchione, e con aria minacciosa lo obblighi a dirti tutto quello che sa, sembri un borseggiatore nano che vuole rubare il portafoglio nel taschino della camicia di Michael Jordan.

Alla fine gli fai pena ed inizia a spiegarti cose "elementari" che per te sono complicatissime, non capisci niente, ma proprio nulla;

E' ora, rassegnato vai a posto, saluti il professore e sperando che non si ricordi dell'interrogazione, una labile e fievole speranza si accende in te facendoti pensare che saresti proprio sfigato se tra 15 persone dovesse beccare proprio te..

Non passano 2 minuti, non passeranno nemmeno 30 secondi che il prof, con voce severa, più del solito (cominciamo bene), esclama: "Allora, qualcuno si offre o pesco io".

                                                                                                     GELO! 

Secondi sembrano anni!
Tutto tace; "Allora tiro a sorte".

Stai sempre sperando, non becca me, non becca me, sei il numero 4, non uscirà mica proprio oggi..?!!!!!???

Silenzio; e poi: "3!"

Siiiiiii, l'ho scampata, andiamo!!

No! Ti guardi intorno e vedi subito che il 3, sto maledetto del tuo compagno non c'è!

Noooo "Ne pesco un'altro" dice il prof;

Te lo senti, sei rassegnato, tocca a te, e infatti, glie lo vedi scritto in faccia e sulle labbra, a caratteri cubitai: "QUATTRO, CHI E'? BORTOLAS" (Ma va??)

E' finita, un 3 non te lo leva nessuno.

Ti alzi, vai la davanti alla cattedra, ti siedi davanti a lui e ti dice: "Dimmi un argomento a piacere".

Dal fondo della classe voci mormorano: "Eh ma che facile, ma se sapevo mi offrivo"
Io la davanti non sono della stessa idea, vorrei dire a tutti quelli la dietro che potevano anche pensarci prima... è risaputo, è cosa nota all'intero universo, che quando non hai aperto il libro, l'argomento a piacere non è una scialuppa, ma un'ancora; e anche bella grossa!

Sei li, tu e lui che legge il giornale, ogni tanto guarda da sopra gli occhiali e ti incoraggia a parlare.

Dici poche parole, vorresti parlare ma ti ricordi solo poche frasi di quelle che ti ha detto prima l'amico secchione, sai poche parole e non le sai unire per fare un discorso di senso compiuto;

Ti mangi le mani, perchè un 6 è a portata di mano se solo riuscissi a collegare quelle maledette parole, ma non riesci.

Provi a giustificarti, provi a spiegarti a parole tue, a gesti, ma non riesci, lui non sa quello che vuoi dire,ma tu sai che vorresti un bel voto e sai che vorresti saperla la lezione, ti sei solo dimenticato di studiarla.

Ma ormai è fatta, sei in ballo e devi ballare, alla fine qualcosa viene fuori, qualcosa dici qualcosa di sensato esce anche dalla tua bocca, ma non basta, ti manda a posto con un bel 3, proprio quel 3 che doveva passare al tuo posto.


Questa è un pò la sensazione che provo in questi giorni: "Il ragazzo è bravo, le cose le sa, dovrebbe solo studiare un po di più".

                                         VOGLIO CAPIRE E FARMI CAPIRE...



venerdì 27 aprile 2012

"ONE HUNDRED NINETY THREE STEPS"


E poi apri gli occhi...

Questa è la melodia che separa la mia pura follia onirica dalla perfida quanto meravigliosa realtà quotidiana.
E' mattina, ed il mondo si prepara ad affrontare la giornata.

C'è chi alle 7am è già sveglio da un pezzo, c'è chi invece, non dorme da un pezzo.
Doccia rigenerante, dove tutti i pensieri affondati nel corso della notte, riaffiorano come pesci morti in uno stagno senz'acqua.
  
Poche fette di pane tostate, a volte integrale avolte nature, con la solita marmellata di fragole, raccolta dal recipiente in plastica con un coltello lavato e rilavato, perchè qui tutto è "condiviso" (tenete a mente questa parola perchè la sentirete spesso).

Una tazza di the, di solito quella con scritto IKEA sul fondo, non per altro ma perchè è marrone, e sembra più pulita di quella bianca.
Tutto condiviso, quindi anch'essa verrà lavata e rilavata pre e post pasto..

Mi siedo nella "living room", che è nientalro che la sala tv, con due divani e 3 tavoli.
Consumo la mia lauta colazione, la divoro, perchè ho fame e perchè mi piace pensare che sia "for free" anche se in realtà non lo è; perchè essendo compresa nella tariffa dell'ostello, l'ho pagata.

Mi preparo, zaino sempre in spalla, sembro Bear Grills, ormai è parte di me, come il guscio sta alle tartarughe ninja.
Non lascio niente qui, a parte le mutande stese sul bordo del letto lavate a mano la sera prima.
Si, perchè mi rodeva lasciargli 4.80£ per 7 mutande e 7 calzini!

Destinazione? Covent Garden grazie.

Ormai lo faccio ad occhi chiusi, come se fossi pendolare qui a Londra da una vita.
Linea "Jubilee", quella grigia, dove la vocina all'interno del treno continua a ripeterti: "This train terminated at Stratford".

Si scende alla stazione di Green Park, dove interseca la "Victoria" e la "Picadilly" devo prendere la "Picadilly", direzione Cokfosters, 3 fermate e cisono.

Sulla "tube" vedi le facce immobili che fissano il vuoto, il tablet, o lo smart phone; pochi il buon vecchio giornale, qualcuno la cronologia delle stazioni affissa sulla parete alta della cabina, io sono uno di quelli.
Covent Garden, ci sono, scendo!

Way Out, devo seguire la freccia che indica l'uscita.
Seguo la via obbligatoria, non posso sbagliare; poi tutto si blocca.
C'é la coda? E per fare cosa?

Ah, aspettano l'ascensore, bè, sarà già che aspetto, ci sono le scale proprio qui, "Stairs".
Ed inizio a salire.
E' una scala a chiocciola, e come tale gli scalini sono tagliati a "cuneo", sono obbligato a tenere il lato esterno, è piu lungo ma più semplice.
Sono deciso, arrivo dalla montagna, ne faccio due per volta perchè non ho fretta, mi guardo intorno e vedo pochissima gente, i pochi che ci sono sono hanno delle faccie disumane, sembrano usciti dalle guerre puniche.
 
Hanno il fiatone e fanno fatica ad esprimersi, quasi come me quando provo a parlare inglese, solo che loro, sono inglesi..

Dopo un pò non so quanti giri di scala ho fatto, ma guardo su e non vedo la luce, i polpacci lavorano come si deve, ed i glutei riprendono vigore dopo una settimana di astinenza dalla corsa.

Arrivo in punta con un lieve fiatone, nulla di che, mi ci vorranno 3 forse 4 secondi per riprendermi;

poi, giro lo sguardo, e vedo un cartello in stile piastrella appiccicato al muro che riporta la scritta: "Covent Garden, 193 steps".

"UAO"

giovedì 26 aprile 2012

"THE KING OF THE 15 ELEPHANTS"

In Italia è già il 26 aprile, qui siamo ancora fermi ad oggi.
Sono le 23.13, e la mia giornata sta per concludersi come ormai da una settimana, tra le lenzuola blu del secondo piano del letto a castello situato in 39 Chatsworth rd. Kilburn.

Oggi si può a tutti gli effetti considerare come un giorno importante per quanto riguarda la mia avventura in terra straniera, perchè ho ufficialmente firmato il contratto di assunzione a "CAFFE NERO"(a meno di miei scivoloni/vaccate, il lavoro dovrebbe essere assicurato.. almeno spero).

E' stata una giornata estenuante, perchè prendere parte ad una lezione sulla sicurezza, sull'igene e sulla vita da barman in generale, tenuta in inglese da una ragazza polacca, peraltro molto simpatica, non è cosa da poco.
Non è cosa da poco per me, che sono un neofita della lingua, ed ogni 3x2 ero li intento a segnarmi tutte le parole a me sconosciute, prontamente tradote dizionario alla mano nei 20 minuti di pausa caffè..

Vi assicuro che così l'Inglese lo impari, è cosa certa!

Tra le fasi primarie della lezione, l'insegnante che si chiama Marcela, ci ha ciesto che cosa avremmo fatto se avessimo vinto 10.000£.
Toccava a me rispondere, "mmmm ehhh mmmm I don't know" risposi io, e prontamente lei intervenne dicendomi: "If you don't know, I help you to spend the money".
La mia risposta fu: "No no no, I don't know in english, but in Italian yes... i tell you in a week".

Questa è stata la mia maccheronica risposta.. quindi, obiettivo numero uno, tra una settimana, saper comporre una frase di senso compiuto che spieghi esaustivamente cosa potrei fare con 10.000£.!!

La lezione ha fatto il suo corso, e tra i detersivi per i pavimenti e quelli per lavastoviglie, tra un questionario a crocette ed una scheda da compilare, ci ha anche insegnato la formula per l'ottimale riuscita di un expresso americano.

Il segreto sta nella miscela di caffè, nell'umidità dell'aria, nella temperatura dell'ambiente, nella grandezza del grano della polvere di caffe, nella quantità dello stesso e nella passione che ci mette ognuno di noi per farlo.

Il perfetto expresso americano, deve essere composto da 15g di caffè e soprattutto deve "scendere" nella tazza in 15 secondi, o per meglio dire in 15 elefanti o elephants che dir si voglia.
Ora tocca a noi provare!

Prendo il gruppo, due clik di caffè, clik clik fatto, livello il caffe nel gruppo, tuc tuc tuc fatto, lo presso fatto, pulisco con la mano, fatto, ingrano il gruppo nella macchina fatto, 3, 2, 1, clik..... aspetto che inizi a scendere eeeeeee... inizio a contare: " one elephant, two elephant.." e via dicendo, finchè il caffe non smette di scendere.. stop! 

La tazzina è piena, la schiuma è dorata, l'aroma è ottimo, e gli elefanti? 
Quanti ne ho contati da quando ha iniziato a scendere a quando ha smesso di farlo?

16 il primo tentativo, non male, mi sono meritato il titolo di prince o the elephants, ma signori, il secondo tentativo non ha eguali, 15 elefanti e l'appellativo di KING OF THE ELEPHANTS!.. SO COOL come dicono da queste parti...


martedì 24 aprile 2012

LE VIE DI LONDRA SONO INFINITE

Nelle mie prime giornate di permanenza, ho fatto in modo che i pensieri riguardanti la ricerca di un lavoro e di un letto su cui dormire, passassero in secondo piano.
Mi sono quindi concentrato sull'esplorazione della "City".
Cosa fa uno sportivo drogato di fatica e sudore abituato a vivere in un "mondo finito" che si ritrova in un "mondo infinito"?
La risposta è cammina.
Cammina, già, perchè di cose e di posti da vedere ce ne sono tanti.
Non ho mai un obiettivo fisso, salgo sul tube e mi dirigo dove più mi ispira la mappa.
Dunque scendo ed inizio a camminare.
Westminster, Hide Park, Picadilly Square e St., Leicester Square, Portobello Rd., Notting Hill, London Bridge ecc..
La regola, dato che i trasporti costano cari e ancora più cari nelle ore di punta, è che non si rientra prima delle 19 circa e soprattutto che da una zona all'altra si va rigorosamente a piedi.
La metro serve solo per lo spostamento dall'ostello al punto scelto, e dal punto in cui sono arrivato camminando fuori orario di punta, per tornare a casa.
In rarissimi casi, solo rarissimi, si può scegliere di fare un giro sul magnifico bus rosso a due piani per sentirsi pienamente turista Londinese.
Se vuoi sentirti però pienamente Londinese, oltre a non portare l'ombrello, devi anche prendere il cappuccino "take away", che è vero, costa di meno di quello nella tazza, ma ti perdi tutta la poesia di tirar su la schiuma con il cucchiaino; perchè qui una cosa che fanno davvero bene, è la schiuma!
Ne vedi dappertutto di bicchieri buttati qua e la, blu, rossi, marroni, a seconda della catena di appartenenza, come vedi dappertutto Mc. Donald, Fish & Chips, Pret a Manger, ma il mio preferito, quello che mi salva da tutte le situasioni è lui, SAINSBURY'S.
E' un supermercato equivalente forse al nostro Basko o poco piu, ha le borse arancioni che qui in ostello vanno per la maggiore, ed offre delle ottime insalate a 1£, le pagnotte di pane 3x2 a 0,90£, e l'immancabile tonno che qui chiamano "Tuna" a 1£ quattro scatole..
Già, il tonno o tuna che dir si voglia, è proprio lui che mi ha fatto perdere le staffe all'ora di cena.
Si, perchè è economico ma ci sarà un motivo no?
Ebbene si, non ha la linguetta per l'apertura.
Harg, penso io, in ostello ci sarà un apriscatole no?
NO!
Ho dovuto trasformarmi in Bear Grills, e con un coltello ho aperto la scatoletta come un'ostrica, appropriandomi del suo contenuo.
E' pure buono questo "tuna" economico.
Il giorno dopo sono andato a comprare l'apriscatole, che non sapendo come si chiamasse, e sapendo che gli inglesi usano poche parole per dire tutto, ho inventato il famoso "Open Box".
Il commesso sbigottito mi ha chiesto che cosa dicessi, al che l'ho portato dal tonno e gli ho detto: "Io devo aprire questa"; ha capito..
Per la cronaca il coso per aprire qui lo chiamano "Tin-Opener.

Prometto che nei prossimi giorni inserirò anche delle foto inerenti, per ora fantasticate leggendo come io fantastico girando..

LA SIM CARD

Giovedi è stato il mio primo giorno da Londinese.

Come tutti sanno a Londra piove spesso, e stranamente giovedì....Si, pioveva!

La mia mamma in collaborazione con Elisa, prima di partire mi dissero: "porta l'ombrello"
ma ovviamente io, da fondista e scialpinista infognato, per essere "più leggero" l'ho lasciato nella tasca posteriore del sedile lato passeggero della mito.. che serve a poco ma almeno so dov'è.

Scelta discutibile certo, ma appena sono uscito dal "tube" ho visto che i primi a non portare con se l'ombrello erano proprio i Londinesi.

C'è solo la fascia medio-borghese dai 50 in su che ha con se l'ombrello (salvo qualche eccezione) gli altri, fanno come me: si bagnano.

Vi trovate a Londra, in mezzo a Covent Garden, sotto la pioggia e non vi aspettereste mai e poi mai che una persona conosciuta vi tocchi la spalla e vi dica: " ciao".
Bene, a me è successo; era Philip, tenete a mente questo nome perchè ricomparirà molte volte.

Philip è un Inglese che vive fuori Londra con la sua famiglia, due figli e la moglie Patrizia, (cugina di mia mamma di cui sentirete parlare molto). 
Philip appartiene alla categoria che supera i 50 se non sbaglio, e come tale.. aveva l'ombrello; e guardandomi in faccia con aria stupita mi dice: "A Londra senza l'ombrello?".. ok...

In realtà con Philip e Patrizia avevo un appuntamento, ma 2 ore piu tardi, quindi considero una piacevole coincidenza il fatto di averlo incontrato prematuramente.

Ne abbiamo approfittato per andare alla Vodafone a fare la scheda sim e per asciugarci/mi dalla pioggia copiosa. 

Una cosa che manca a Londra e di cui ho sentito subito la mancanza sono i portici, cioè ci sono ma sono pooooochissimi e a Covent Garden c'è n'è uno minuscolo.

Ci siamo rifugiati li per qualche minuto in attesa che Patrizia uscisse dal lavoro, in seguito siamo andati a mangiare qualcosa di caldo e buono; un hamburgher con patate e insalata (insalata tenetela a mente perchè sentirete molto parlare di lei).

Finito il pranzo (grazie Patrizia e Philip), mi sono fiondato in direzione Hammersmith per una visione più completa di un potenziale lavoro.
Conclusa la chiacchierata ma non la pioggia già che c'ero mi sono fatto un tour del luogo; non male ma c'è di meglio..

L'INIZIO


Immaginate di svegliarvi una mattina e tutto il mondo che fin'ora conoscevate, improvvisamente inizia a girare al contrario...
BENVENUTI A L'HONDRA!

Tutto inizia mercoledi 18 aprile 2012, con direi un ottimo inizio, bagagli imbarcati, volo in orario confermato alle 10.30am, saluti e baci ai genitori;
ma, come in ogni favola che si rispetti c'è sempre quel ma di congiunzione tra paradiso e inferno..

Il mio "ma" è stata la hostess bionda che dopo avermi firmato il biglietto d'imbarco, mi sviene alle spalle sbattendo la testa contro uno spigolo, con un sonoro "sdeng" tipicamente anglosassone.
Tutto tranquillo, arrivano i super soccorritori dell'aereoporto e tutto si sistema, in fondo ha solo sbattuto un po' la testa, penso io. Sono uno dei pochi a sapere cosa è successo dato che ero uno degli ultimi a salire.

Mi accomodo sul sedile lato sx vicino al finestrino, alla mia destra ci sono marito e moglie piemontesi, che continuano a domandarsi del perchè gli stewart e le hostess ci contano e ricontano per circa sei volte.
Il mio vicino di posto che chiamerò Sig. Pautasso, da preciso Mc. Giver della situazione vedendo l'ambulanza dell'aereoporto avvicinarsi all'aereo, senza allarmare nessuno, inizia a dire che é uno dei piloti che si sente male, e senza perdersi d'animo il mio amico Pautasso esclama con voce ferma e sicura: "Con un pilota solo non possiamo mica volare"...

Maledetto gufo non è il pilota a stare male, è solo una hostess, penso tra me e me...
Annunciano qualcosa in inglese stretto e masticato, ovviamente non capisco ma intuisco..
Ci fanno sbarcare!

Uscendo tento un'improvvisazione in inglese chiedendo alla hostess vedova di collega a che ora saremo ripartiti;

"Two o'clock" mi risponde..

 Va bene, torniamo in aereoporto e tra sguardi attoniti e pieni di gioia, mi siedo e aspetto.. e aspetto.. e aspetto..

Tadan, annuncio in inglese, recarsi al gate 12.. "Evvai ci imbarcano, ma non sono le Two o'clock, va be meglio.."

Falso allarme, i gentili signori della Ryanairs ci offrono un panino e una bibita al bar di fianco..
"Meglio di niente", mi metto in coda ordino la mia focaccia con prosciutto e formaggio e una bottiglia di acqua naturale.
Divoro il panino e aspetto.. aspetto.. e aspetto..

C'è ancora un problema da affrontare, io avevo prenotato l'ostello ed avevo previsto il mio arrivo inorno alle 15,00 orario in cui ci sarebbe stato qualcuno ad attendermi ed a consegnarmi le chiavi.
Faccio 2 rapidi calcoli e mi accorgo che per le 17.30 termine dell'orario d'ufficio non sarò a Londra.

Chiamo l'ufficio, tutto d'un fiato gli dico quello che è successo e che arriverò più tardi, la signorina ovviamente mi fa una domanda del quale capisco solo "boourtnn?" "sorry?" chiedo io;

e di nuovo frasi sconclusionate.. Al che, dopo secondi di attesa mi passa una collega che in perfetto italiano mi spiega la procedura per l'auto ceck-in.
Mi spiega me mi invierà una mail con indirizzo e vari dettagli.
Ok, la mail penso io, ma ma come faccio a leggerla???? Io non ho uno "smartphone" e anche fosse, in terra straniera chissà se funzionerebbe!!

MMMM.... va bene, chiamo mia sorella e le dico di tenere sotto controllo la mia posta elettronica che mi sarebbe dovuta arrivare questa mail.
Finalmente mi stabilizzo su una sedia e dopo snervanti tentativi di connettermi con la rete wii-fi dell'aereoporto andati in vacca, mi reco all'edicola e compro Focus.
"Almeno aspetto da intellettuale".

Inizio a leggere dalla prima pagina ogni riga, cosa che non avevo mai fatto... ben presto mi stufo e inizio a fare il cruciverba dedicato a cibi e dolci..

Neanche a metà, arriva un terzo annuncio in inglese, "recarsi al gate 2 per l'imbarco.."
"Evvai, ci siamo"..

Sono le 17.10 circa, ci imbarchiamo.

Alle 17.30 l'aereo decolla.

Sono le 18.30 ora locale quando atterriamo a Stansted, ci rechiamo all'uscita dell'aereoporto, dove dopo circa 20 minuti di coda è il mio turno per fare il controllo passaporti, fortunatamente fila tutto liscio, ma c'è ancora un "ma" da calcolare... "Ci sarà il mio bagaglio?"

Sono un po' stressato da tutto quanto, e ci mancherebbe solo piu lo smarrimento di esso..
Mi reco al nastro et voilà eccolo li, intonso (piu o meno) come quando l'avevo lasciato.
Me ne approprio e mi dirigo alla stazione dei treni, che sono piu veloci dei bus, ma costano 4 o 5 volte tanto, va bene, non importa ormai la giornata deve finie.

Il treno è li, sarà quello? bo credo di si, salgo!
"no aspetta e se poi non è questo?" mmmmm scendo, e chiedo al primo che incontro.
Mi dice "yes" io salgo mi siedo e aspetto...
Cosa aspeto?

Il sms di mia sorella con le informazioni per entrare in questo benedettissimo ostello..
Finalmente arriva, lo leggo e vocabolario alla mano lo decifro (era in inglese ovvio).
Sembra di dover aprire una cassaforte, mille combinazioni mille procedure (che poi in verità era ben piu semplice di quel che sembrasse). 

Arrivo a Liverpool st., scendo dal treno prendo la metro, faccio il biglietto per una sola corsa, (4£) va bene, vado NON SBAGLIO NIENTE, sono felice di questo, esco dalla metro eeeee..........

.......MINCHIA!...........

"E adesso?" "Dove sarà sta CHATSWORTH RD.?"

Bella domanda, mi dirigo a caso, proprio a caso poi chiedo...
e chiedo.... e chiedo...

Finalmente uno mi dice è quella!

Evvai, la percorro praticamente quasi tutta, e alla fine eccomi arrivato al numero 39.
Allo stesso momento arrivano altri 2 ragazzi, risolvo la combinazione, l'equazione e la statistica per aprire la cassetta di sicurezza dove trovo le mie chiavi e le indicazioni per andare in camera...

Ci vado, eccome se ci vado, poso i bagagli e dopo essere rimasto 10 minuti a fissare il vuoto, mi faccio il letto con le lenzuola blu in dotazione e mi corico..

Passeranno 3 secondi prima che il sonno abbia la meglio su di me.

Mi sveglio ed è giovedi..