Lettori fissi

lunedì 5 agosto 2013

MELONE O ANANAS?


Ogni tanto ti senti come intrappolato in te stesso, intrappolato in quello che sei sempre stato.
Abituato ad alzarti la mattina, andare a scuola o al lavoro, sapere che la tua giornata è basata su punti fissi, che non puoi cambiare.

Non Vuoi cambiare.

Perchè uno dovrebbe essere spinto a cambiare, se le cose tutto sommato "vanno"?
Non lo so, in effetti ci vorrebbe un'attenta riflessione in merito, arrivando ad una sola certa conclusione: che la teoria che abbiamo elaborato, può essere smontata in un secondo da chiunque.

Quindi, perchè uno dovrebbe cambiare quello che.. "va"?

Perchè potrebbe andare meglio, si, ma se è per questo, potrebbe andare anche peggio..
Allora perchè uno decide di cambiare strada?

Beh, è un po come quando scegli il melone al banco del mercato; lo prendi, lo annusi, ci picchi sopra con le nocche e poi lo posi.
Fai così con in media altri 2, per poi sceglierne un quarto.

Non lo sai se è maturo o ancora verde, ma lo prendi perchè ti piace, hai voglia di melone e ti ispira.

Così sono le decisioni.

Non saprai mai se sono giuste o sbagliate, mature o acerbe, fino a quando non le prendi in mano concretamente e le sperimenti.

Puoi fare calcoli, essere celebrale come me, schematico e razionale, ma non avrai mai la certezza di fare la scelta giusta.

E' come il paperwork la domenica, non sai quanto sarà il tuo missing margin, ma puoi solo fare il tuo meglio per limitare i danni.

Siamo fatti di scelte, di sogni e sorrisi come c'è scritto sulla porta di casa mia.
A volte questi sorrisi sono pianti, sono lacrime di rabbia, a volte sono sorrisi di gioia e di soddisfazione.

Nulla è per caso, tutto è in movimento ed è mutevole, come nella chimica.
Il problema è che nulla nell'uomo è governato da leggi matematiche.
A volte ti succede qualcosa, e non sai motivare il perchè.

Tiri in gioco le leggi di causa ed effetto, il quale sostengono che da ogni causa messa nel passato, qualunque passato, ne otterrai un'effetto nel futuro.

Interessante, ma a volte sarebbe anche piacevole capire qual'è stata quella causa che mi ha portato a quell'effetto.

Mi viene in mente un esempio che mi tocca molto da vicino.
Negli ultimi 12/13 anni, per grandissima parte dell'anno, ero abituato ad allenarmi per quelli che erano i miei obiettivi; le gare di fondo.
Ogni giorno era incentrato su un'allenamento, dalla corsa alla camminata in montagna, dal nuoto alla bici.
L'importante era comunque fare qualcosa.

Sostanzialmente, seminavo le cause (allenamento) per riceverne gli effetti (essere pronto per la stagione invernale).

Molte volte però, gli effetti non erano quelli desiderati, non ti spiegavi perchè pur avendo preparato tutto nei dettagli, non ottenevi il risultato sperato.
Ti sentivi bene, in gergo "in forma", ma forse non era così.

Questi pensieri, questi ragionamenti, mi escono adesso così, dopo una vacanza in Italia di 15 giorni, dove senza alcun allenamento e preparazione specifica nell'ultimo anno, mi sono ritrovato ad ottenere dei risultati sportivi sostanzialmente uguali o di poco inferiori al periodo in cui ero allenato.

Per assurdo, alcuni tempi, sono addirittura risultati migliori.

Per dire questo, mi sono basato su tempi e percorsi che ero abituato fare quasi quotidianamente.

Mi viene quindi da pensare, che ho sempre allenato il mio corpo ad essere stanco, o comunque a sopportare la fatica, ma mai a migliorare la prestazione.

Quanto detto, è per arrivare al punto di partenza e cioè che uno fa le cose che è abituato a fare perchè ha paura di cambiarle.
Continuavo ad allenarmi senza dare al mio corpo la possibilità di esprimere le sue idee.
Lo zittivo con una corsa o con una sciata.
Non volevo modificare i miei piani di allenamento, non volevo uscire dallo schema, non volevo scegliere il melone numero 2 al banco del mercato.

E poi un giorno, di punto in bianco, ti stufi di mangiare prosciutto crudo e melone, anche perchè il prosciutto crudo non ti è mai piaciuto.

Decidi di provare l'ananas, ma anche li, non saprai mai se sarà maturo o acerbo.
Provi a fare la prova della foglia, se tirandola si stacca è maturo.

Ne prendi uno, due, tre, se tiri la foglia si stacca per forza, quindi non sai di nuovo come decidere.

Prendi il famosissimo quarto, che non è un numero che mi piace, ma è statisticamente provato (da me) che è così. (no non so se è vero, ma mi piace).

Lo porti a casa lo peli, ne butti via tre quarti, perchè l'ananas è bastardo, c'è più scarto che buono, ma è la legge dell'ananas.

Lo mangi e ti piace, è anche dolce, ci metti sopra un po di zenzero in polvere e succo di lime.
Ti si apre un mondo, da dolce diventa dolcissimo anzi dolcerrimo.

Sei contento di aver cambiato, e sei soddisfatto della scelta.
Magari anche un pò fortunata, ma con lo zenzero ed il lime, c'hai messo un po' di tuo per far si che il tutto diventasse più rotondo.

Potrai sempre tornare a mangiare prosciutto crudo e melone, magari quello di stagione che costa di più ma è anche più buono.

La morale è che non importa se sei melone o ananas fuori, ma devi essere maturo dentro.