Lettori fissi

lunedì 23 luglio 2012

UN PO' DI CALDO

Mi ero quasi dimenticato delle parole estate, sole e caldo.

Ormai da giorni e giorni, il sole lo vedevo solo a tratti, nascosto da nuvole grigie e piogge copiose.
Freddo di mattina tanto da costringermi ad una felpa per non morire di freddo; ma abbastanza caldo al pomeriggio da concedermi le maniche corte.

Oggi, no.

Oggi la giornata è iniziata diversamente.

Sveglia alle 5 am. perchè il signor Caffè Nero ha deciso che il negozio di King's Road deve aprire alle 6.30.
E tra una decina di minuti per il risveglio, una mezzoretta di viaggio; si fa presto ad arrivare alle 6.

Giusto il tempo di sistemare i panini, le consegne della notte e si apre.

La giornata si preannuncia al quanto noiosa; i soliti clienti abituali che non sgarrano di una virgola nelle loro ordinazioni.
Sono a Londra, ma in certi momenti mi sembra di essere a Pragelato.

Vedi entrare il cliente e sai già cosa vuole; lo batti sul tempo, o almeno ci provi; si sente contento perchè tu ti ricordi il suo "usual"; quattro parole sul sole che finalmente è arrivato e fine del film.

Si passa quasi più di mezza mattina a servire vecchi che a stento si reggono in piedi.
Qualcuno non arriva neanche al bancone, perchè ha la gobba che lo curva verso il basso.

Ti senti in imbarazzo, tanto che ti offri di portargli il caffè al tavolo, basta che si tolga dai piedi, che con le sue monetine da 5p ti ha già fatto perdere abbastanza tempo e ritmo per servire la fila che nel frattempo si è formata.

Si, perchè purtroppo è la legge del piano inclinato; se non c'è nessuno non entra nessuno, ma se iniziano ad entrare più di tre persone di seguito, è la fine.

Oggi non è successo; mi sono annoiato così tanto che mi è anche uscito lo spirito da imprenditore.
Fantasticavo con Kristina, sul cambiare lo standard ormai desueto di Caffè Nero.
Ormai il nostro, è un locale vecchio, scuro e noioso.

Alle pareti foto che non hanno senso logico; sedie e tavoli marroni pavimento a piastrelle verde scuro e musica che mette tristezza e sonno.
Per forza che poi entrano solo vecchi, è una succursale dallo Stefano Fer di Pinerolo.

A mio parere, bisognerebbe cambiare tutto; dai prodotti in vendita al colore delle pareti.
Purtroppo non si può, perchè facciamo parte di una "catena", e quindi ci si adegua e si tira avanti.

Non so perchè oggi avevo a tutti questi pensieri che potrebbero anche non riguardarmi per niente; ma non riuscivo a capacitarmi che in king's Road, che è una via "Poche", non ci sia un regolare flusso di clientela.

Si passa dalla giornata senza respiro, alla giornata noiosissima dove i minuti non passano mai.

Fortunatamente si fanno le 14, ed il mio turno finisce.

Temporeggio ancora qualche minuto sorseggiando la bottiglia d'acqua e mangiando il sanwich  di pollo e "salad" datomi in dotazione dallo store; poi esco e me ne vado.

Come vi dicevo era una bella giornata di sole; quindi, ne ho approfittato per qualche ora di sonno nel prato di Hide Park.

Fantastico vedere decine e decine di persone sdraiate a dormire, leggere e prendere il sole.
Nessun problema, perchè quì i parchi si possono usare anche per questo.
Così, mi accampo mi metto a mio agio e mi addormento.

Non molto, forse un'oretta, poi stare fermo non mi piace, quindi prendo e mi incammino verso Oxford Circus.
Non so perchè in quella direzione, ma la strada portava la e quindi è andata così.

Non è tardi ma decido di prendere la metro per avvicinarmi a casa; scendo a Clapham South come al solito; e decido di passare ancora un'oretta sdraiato al sole nel parco adiacente.

Verso le 19, mi incammino verso casa; e solo quando arrivo quasi a destinazione, mi viene in mente vedendo tutta quella confusione che oggi arrivava dietro casa mia, la fiaccola Olimpica.

Porca miseria!! Ormai è troppo tardi, tutti stanno rientrando pieni di bandierine e gadget di ogni sorta.
Cammino per curiosità fino al parco poco distante da casa, e vedo solo un mucchio di gente che prende il sole.

Oggi è andata così, ma il 26 la fiaccola passerà in King's Road...

Si preannuncia movimento...

domenica 15 luglio 2012

"GOLD FINGER"

Questo articolo non è adatto a persone deboli di cuore o a persone particolarmente sensibili.
Si sconsiglia la lettura a bambini non accompagnati dai genitori.




SBAM!!!!
(Serie di parole impossibili da trascrivere per motivi di buon costume)...seguite da un: "Ah che maaaaleeeee!"

Era il mio dito nella porta della lavastoviglie.

Tempo 3 secondi ed il mio corpo ha iniziato a reagire a ciò che mi era appena successo.
Improvviso colpo di caldo, giramento di testa e nausea.

Non ero nel mio solito store a lavorare, e la lavastoviglie ha reagito diversamente alla mia richiesta di chiudersi.

Dico subito ad Alice che devo prendere una boccata d'aria, esco e mi siedo per terra.
Cinque minuti poi rientro come se non fosse successo niente.

In effetti, pensavo solo ad un semplice pizzicamento del pollice, l'unghia che inizia a riempirsi di sangue, un po' di dolore pulsante e nulla più.
Finisco il mio turno di lavoro, non mancava molto, forse un paio d'ore; poi esco e me ne vado.

L'intenzione, per quel giorno era di passare da Covent Garden da Patrizia, per recuperare alcuni bagagli provenienti dall'Italia; ed in seguito dirigermi alla mostra di design di Pininfarina.

La prima parte del programma, l'ho portata a termine con gran successo; poi però il dito ha iniziato a farmi male, veramente male!

Dovevo passare da casa a tutti i costi, primo per posare la roba che Patrizia mi aveva portato, e poi per trovare una soluzione al dito dolorante.
Sapevo cosa fare, dovevo bucare l'unghia per permettere al sangue di fuoriuscire; il problema è farlo quando hai a disposizione solo un tappo di sughero, una moneta da 5 penny e una tessera "Esci gratis di prigione" del monopoli.

Mando un sms a mio papà, che so di sicuro aver praticato questo tipo di masochismo in passato; magari lui ha qualche idea.
La soluzione clips incandescente mi piace; ma non ho nulla che possa assomigliare ad una clips.

Provo a chiedere alla mia padrona di casa, ma solo a sentire le parole bucare, fuoco a momenti passa giù, quindi cerco di aggiustarmi diversamente.

Ho a disposizione solo una "Gucia da baila", per non bruciarmi la tengo con un calzino della Specialized usato, e la passo sulla fiamma del gas per renderla rovente.

Ora; parliamoci chiaro, non è facile auto infliggersi del dolore o infierire su di una ferita, anche se questo potrebbe provocare sollievo; ma era l'unica soluzione per non passare il resto della serata con un dito nel congelatore e sicuramente senza chiudere occhio.

Perché vi assicuro, che non è un male lancinante, ma è costante ed in aumento esponenziale.

Quindi, dopo vari ripensamenti (neanche troppi), decido di procedere con l'operazione.

Scaldo la "gucia" e.....

No non ce la faccio.. si devo farlo, andrà meglio.

L'altro problema che mi viene in mente è come sapere quando buco l'unghia e come fare a fermarsi prima di passare sulla carne.
Va bè, non ci penso troppo e buco.

C'era talmente tanta pressione che il sangue ha zampillato; poi ha iniziato a fluire.

Ma non basta, ne esce troppo poco perché il buco è troppo piccolo, decido di farne un'altro e un'altro ancora, quest'ultima volta però con un attrezzo leggermente più grosso.

Medesimo risultato, inizia ad uscire sostanza rossa ma poi coagula dopo pochi minuti.
Morale della storia la pressione aumenta ed il dolore ricomincia ben presto.

Passerò il resto della serata e parte della notte con il dito a mollo in acqua e sale.
Al mattino sto un po' meglio, vado a scuola e poi al lavoro.

Copro il pollice con un cerotto blu e cerco di usarlo il meno possibile.
Solo verso le 19 il dolore si intensifica.

Ho troppo male, immergo il dito in acqua e ghiaccio, e quando dico a Kamila che non sento nulla, lei mi dice che forse è meglio se mi faccio vedere da un dottore.

Le dico che l'indomani mattina sarei andato in farmacia per farmi consigliare qualcosa.

Poi il dolore è troppo, e finito il lavoro mi dirigo subito al Chelsea and Westminster Hospital, poco distante dal Caffè Nero.

In 10 minuti sono dentro, spiego il problema e compilo il primo modulo di accettazione.
Mi siedo in sala d'aspetto, tra altre 25/30 persone.

Tra messaggi di Dany, Papà, Rita e Kamila, non mi sento solo ed il tempo passa meno lentamente.

Arriva il mio turno, e vengo chiamato a fare una seconda accettazione; pochi minuti, poi mi fanno aspettare un'altro po'.
Mi chiamano, e vengo indirizzato a fare gli "X-Ray"; al contrario di quanto succede qui da noi, noto subito che il personale medico è tutto giovanissimo, la ragazza incaricata alle mie radiografie, avrà avuto circa 25 anni.

Dopodiché aspetto altri 10 minuti e vengo indirizzato in un'altra stanza, dove un infermiere (credo tale peraltro giovane pure lui), mi chiede altre informazioni in merito al dito e mi fa aspettare.

Arriva un ultimo soggetto, l'incaricato della tanto agoniata operazione.

Ormai il dito è il doppio dell'altro, non fa male, ma faccio fatica a piegarlo.

Il dottore, prende un'attrezzo, simile ad un saldatore a stagno; è un attrezzo che ha una punta che si scalda e serve per bucare l'unghia (APPUNTO GRAZIE).

Si accorge subito che ci sono già dei buchi, e gli dico che avevo già provato a fare io quello che sta per fare lui, ma con poco successo.

Lui si stupisce ma non mi sgrida, anzi, sembra interessato tant'è che dopo il suo primo buco, mi invita da solo a far fuoriuscire il sangue, massaggiandomi il dito.
Provo, ma non è facile, sempre per lo stesso motivo descritto sopra.

Chiedo quindi che faccia tutto lui, dicendogli che è più facile per lui che lavora su qualcosa di non suo.
Inizia schiacciare e massaggiare, poi non contento, e nemmeno io, pratica un'altro buco sull'unghia.

Meglio, la pressione diminuisce ed il dolore anche.

Dopo una decina di minuti mi medica il dito, una bendata veloce e ci si saluta.
Come nuovo esco dall'ospedale.

Esco e avverto tutti che sono vivo; è l'una passata ed i bus notturni passano ogni mezz'ora.
Perdo quello giusto e sono costretto ad attendere minuti interminabili sotto alla pensilina, tra pioggia e inglesi sbronzi che urlano a tutta.

Arriverò a casa alle 3 meno 20.
Una lunga nottata.

Ad oggi il mio dito va meglio; ma perderò l'unghia.
Mi sembra il minimo, per tutto lo sbattone almeno un'unghia nuova ci vuole.. chissà di che colore mi ricrescerà?...


Voglio ringraziare in particolare Patrizia, che è la mia "Mamma" inglese, è sempre la prima che mi consiglia e che mi aiuta nei momenti di bisogno;

Kamila, che tra un bicchiere di wiskey ed i suoi amici polacchi, si accertava delle mie condizioni;

Rita che mi ha tenuto compagnia tutta la nottata e che è sempre vicina con pensieri consigli pratici e non solo GRAZIE RITA.







venerdì 6 luglio 2012

SHOPPING

Chi pensa che durante la giornata "off" dal lavoro, ci si riposi, provi a venire a Londra.

Quasi sento la mancanza di andare a lavorare; almeno la, 20 minuti di pausa me li concedo.

Ogni mio giorno libero, si trasforma in un'intensa e travagliata giornata non stop.
Con non stop intendo che non mi fermo neanche per mangiare.

La mia giornata oggi, è iniziata intorno alle 7.30, solita colazione e poi via, fuori a prendere il bus per andare a scuola.
La mattinata è già bella che finita, 2 ore di lezione ed è mezzogiorno e venti.

Esco dalla Callan School, e senza troppa fretta inizio a guardarmi intorno.

Si, perchè oggi mi ero concesso il lusso di gironzolare per negozi, dato che da circa 2 settimane sono esplosi i saldi.
Si leggono cartelli e striscioni colorati con ribassi dal 50% al 70%.

Inizio ad entrare nei negozi un pò a casaccio, tanto piove, ne approfitto per trovare un momentaneo riparo.
Non ho fretta, vorrei comprare qualche pantalone corto data la carenza di capi nel mio misero armadio a muro.

Quando entri in un negozio, sembra di entrare ogni volta in un centro commerciale stile "Le due Valli" di Pinerolo.
Minimo 2/3 piani, solitamente il piano d'entrata è dedicato all'abbigliamento femminile, perchè la donna non deve poter pensare, deve entrare e comprare.

I vestiti da uomo, sono o al piano interrato, oppure al primo piano; insomma devi camminare almeno un minuto per raggiungere la zona desiderata.
Un minuto, che se non sei motivato e non sei in giornata di shopping, può anche essere troppo.
Chi è maschio penso mi capisca.

Oggi, ero particolarmente propenso a "sprecare" il mio tempo.
Mi reco in diversi negozi, e noto subito che i saldi si, ci sono, ma devi fare attenzione a non farti fregare.
Mi spiego meglio.

Certi negozi espongono il cartello saldi/sconti/a partire da ..£/ o direttamente il cartello con il prezzo.
La "fregatura" è che non tutti i capi seguono il saldo, o per meglio dire, alcuni sono a prezzo pieno, altri sono in saldo, altri ancora sono il saldo del saldo.
Questo può dipendere dalla taglia, tant'è vero che le XXL e le "30", che quasi nessuno si caga, costano meno di meno.
Poi, magari ci sono i capi difettosi, o senza involucro (boxer termico a 3£ invece di 20£);
e ancora, i capi dimenticati da Dio stipati sotto mucchi di immondizia.
Generalmente sono separati, ma può succedere che siano mescolati.

Così, dopo i primi negozi, capisco quale tecnica devo usare per comprare bene e spendere meno.
Il mio primo acquisto è stato un paio di pantaloni azzurro pastello, belli, solari e luminosi; 10£.

Esco, e come una pallina da flipper, rimbalzando tra la folla che migra da un negozio all'altro, vengo indirizzato come in un fiume in piena, in un'altro negozio.
Molte volte entro ed esco in meno di un minuto, quel famoso minuto fatale per il commerciante.

Se la merce non mi ispira non mi fermo; se i cartelli non espongono scritte con prezzi intorno ai 10/15£ non mi fermo; se il negozio è poco affollato, non mi fermo; vuol dire che è troppo expencive.

Tra gomitate e scale mobili, mi è venuta una fame della madonna; anzi no, ce l'ho sempre avuta; per fortuna oggi mi sono portato il panino che Caffè Nero mi da in dotazione durante il turno di lavoro, ma che generalmente conservo per situazioni come queste.

E' un "Cicken BLT", non è gran che ma serve per tappare quel senso di vuoto.

Ovviamente lo mangio camminando, perchè piove e non ci si può sedere da nessuna parte.

Finito il panino (circa un minuto), entro da Benetton, che ha un sacco di cose belle, ma anche se scontate purtroppo costano troppo per il mio budget.

Dopo essere entrato e uscito in una decina di negozi, adesso so cosa vorrei; mi servono sempre i pantaloni corti; poi, se uscisse qualche bell'offerta, perchè rifiutare?..

So anche dove dirigermi per le belle offerte; si chiama PRIMARK; un negozio in stile IKEA; entri alle 2 ed esci alle 9 con un carrello pieno di roba.

Da PRIMARK non esiste pietà, ci si deve calpestare per avere quel pantalone piuttosto che quella maglietta.
Per erra giaciono centinaia di attaccapanni come soldati mutilati; decine e decine di oggetti che la gente prende ed abbandona poco prima di pagarli; e migliaia di capi appallottolati o appesi ovunque.

I commessi passano la loro giornata a spazzare attaccapanni, piegare magliette, riposizionare pantaloni e chi più ne ha più ne metta.

Va bè, mi metto d'impegno ed inizio a cercare l'offerta.

La trovo abbastanza agevolmente, e tra magliette monocromatiche da 2,50£ noto che ci sono decine di pantaloni corti in varie tinte pastello che costano tutti 11£.
Ne prendo due paia, e mi dirigo al camerino.

Vedo uscire gente con cestini pieni di roba; solo dopo capirò il perchè.

Aspetto uno forse due minuti, poi l'addetto al camerino, mi fa entrare. 
Prima però, ti chiede quanti capi porti con te all'interno e ti da il numero corrispondente.
Semplice, se va, bene, se non va, lasci numero e vestiti; ci penseranno loro a rimetterli aposto.

Il primo giro di prova è andato male, avevo preso taglie troppo piccole; bè capita, che ci vuole, torno indietro, prendo una taglia in più e provo no?

NO!!! Non è più così semplice; perchè la fila per entrare nel camerino è lunghissima.
Ci saranno 20 persone davanti a me.
Sono combattuto; non so se fare la fila o lasciar perdere; ma cacchio, oggi è la mia giornata!

Nella mia indecisione mi si accende la lampadina, e ricordatomi di coloro i quali uscirono dal camerino con decine di capi tra le braccia, decido di caricarmi anche io come un mulo.
Prendo 4 o 5 pantaloni di misure e colori diversi; poi deciderò il da farsi.

Faccio la fila, e nel frattempo mi intrattengo mandando sms di disperazione e stupore per tutto questo, a mia sorella. 

E' il mio turno, provo ed esco vincitore, comprerò un paio di pantaloni corti blu da 11£ ed un paio di pantaloni lunghi marroni da 15£.

Sono soddisfatto, ma quando arrivo alla cassa (dopo un 20 minuti di coda), la cassiera mi dice che la cintura che volevo comprare, e che io avevo regolarmente preso dallo scaffale, non è in vendita in quanto appartiene ad un'altro paio di pantaloni; e come tale non vendibile separatamente.

Maledizione era quella che mi serviva, colore e modello.

Non mi abbatto, esco da PRIMARK come dopo aver finito il Mezzalama; e mi dirigo a caso nei negozi; l'obiettivo è la cintura.

Uff, ci sono mille cinture, ma sono tutte uguali; e cioè brutte.

Quelle in saldo sono orribili e lunghe oltre un km, sarebbero grosse perfino a Galeazzi.

Poi la svolta, entro in un negozio dell BURTON, non trovo la cintura ma trovo un paio di scarpe che mi piacciono.

Bam, 20£ e mi sono fatto anche i piedi.

Per avere la cintura che voglio, al prezzo che voglio, sono costretto a comprare un paio di pantaloni corti, con cintura annessa.

Questa volta 2 piccioni con una fava; 7£ per pantaloni e cintura.

Fino ad allora, la cintura più econoimica si aggirava intorno alle 10£.
Così, alle 7 di sera si conclude la mia giornata di shopping, sulla metro affollata, che lo diventa sempre di più quando hai 3 borse ed uno zaino.

Una scappata alla Lidl per la cena e finalmente mi rilasso.

Domani vado a lavorare...


                                                            CHE SOLLIEVO!!!!











domenica 1 luglio 2012

UNA CONSEGNA SPECIALE

Sabato 30 giugno 2012.

Poteva essere una giornata come tante, una mattinata iniziata normalmente.
Sveglia presto, alle 7 anche se è sabato mattina e non devo andare a scuola; mi piace essere mattiniero, per non sprecare tempo e per fare colazione con calma.
Solita tazza di the con 2 fette biscottate spalmate di marmellata, 2 fette di pane finto tostate ed uno yogurt.

A qualcuno potrà sembrare una colazione abbondante, ma per quanto mi riguarda, non lo è affatto.
A colazione, come del resto a pranzo e cena, mi mangerei un vitello intero.

Solo per fare un piccolo esempio, domenica scorsa, in onore della partita Italia-Inghilterra, mi sono concesso una pizza comprata al supermercato.
Non era una pizza, era un disco volante.
Era più grossa dei cerchioni della mia vecchia Clio.
Qui le pizze le misurano in pollici, bene era da 14" fate voi la conversione..

Vi dico solo che non ci stava in frigo, ed il forno si chiudeva giusto giusto.
Ma non mi è bastata la pizza gigante, dopo la partita, Peter mi ha offerto un piatto di pasta e dell'anguria, e dato che non è bello rifiutare, mi sono scassato pure quello.

Sulla porta di camera mia c'è una scritta che dice: " Sono vorace, fate attenzione".

Ma torniamo alla mia colazione di ieri mattina; in pochi minuti ho divorato quello che mi ero preparato.
Nel frattempo, qualche minuto davanti al computer per restare aggiornato con le notizie italiane ed i fatti sociali di Facebook; nonchè per favorire la naturale digestione delle fette integrali e del pancarrè.

Si, perchè ieri che avevo tempo, ho potuto anche andare a correre in condizioni "normali", e non come accade in settimana, con lo stomaco in sussulto.
In settimana sono costretto a fare tutte queste operazioni ravvicinate, in quanto, per recarmi a scuola,  devo uscire di casa alle 9.30, non più tardi.

Insomma, ieri me la sono presa comoda; ho controllato le e-mail, Facebook, ammenità varie; poi spengo il computer.

Mi cambio, pantaloni corti neri, maglietta della decathlon blu elettrico e scarpe da ginnastica.
Ah, non manca l'orologio al polso destro e le chiavi di casa in tasca, che sono una vera tortura per me che ero abituato ad avere sempre "le porte aperte".

E' una giornata fresca, c'è un po' di vento ed ha anche piovuto; ma 4 gocce di numero, qua succede spesso.

Poi esco; è appena passato il postino; e qui buttano tutta la posta perterra, poi ognuno se la smista a proprio piacimento.
Ieri, è toccato a me.

Raccolgo semplicemente le buste e le ripongo sul pianerottolo di fianco.
Ci sono un sacco di nomi inpronunciabili, presumo siano tutti immigrati.
Poi, la mia attenzione cade su di una busta color marrone chiaro, una di quelle buste imbottite per intenderci.
C'è scritto il mio nome; c'è scritto anche il mittente.

Capisco subito di cosa si tratta; rimando la mia corsa e mi catapulto in casa ad aprire la busta.
E' una matriosca, perchè dentro la prima, c'è la seconda.

La seconda è quella importante.

E' di colore bianco panna/crema, piacevole al tatto, davanti, a biro nera c'è scritto il mio nome in stampatello.

La chiusura è molto bella ed originale, sigillata a cera rossa come si usava in tempi antichi.
La apro facendo attenzione a non rompere il sigillo; missione riuscita (poi si romperà in seguito).

All'interno ci sono 3 cartoncini rettangolari di 3 misure diverse.
Il colore riprende quello della busta, solo leggermente più scuro, assomiglia un po' al colore delle pareti della mia sala a Pragelato.

I due cartoncini più piccoli, hanno le scritte stampate in carattere corsivo; per intenderci quel carattere di bella calligrafia, stile pennino e calamaio che agli inizi del '900 era d'uso comune.

Il cartoncino più grande invece, è chiaramente scritto a mano, stesso stile di scrittura, ma con una penna stilografica nera.
Presumo l'abbia scritto lei di suo pugno; date le leggere sbavature, che fanno pensare ad una mano mancina.

E' bellissimo, sono ancora emozionato adesso a leggerlo e rileggerlo, ad osservare ogni singola lettera, sbavatura, numero e virgola.

Mi immagino lei, immersa in biglietti, buste e cartucce di inchiostro.

Risate, e chissà cos'altro, perchè avrà sbagliato macchiato e rifatto più volte lo stesso biglietto.
Non so, se sia così, ma è quello che mi immagino osservando l'invito a nozze di Gloria ed Ivan.

E si, Gloria si sposa, da ieri sono ufficialmente invitato a nozze.

Quante ne abbiamo passate insieme, quanti pomeriggi passati tra compiti di scuola, play-station, e merende zozzissime; con il cestino delle "sporcizzie" nella portina in basso dell'armadio in legno della sala;

Quante mattine insieme, ad aspettare il pulmino al caldo nell'androne del condominio "Olimpia" perchè fuori c'era meno 20;

E quante mattine invece, alla fermata dell'ATL a battere i denti ed a scrutare se dietro il campanile c'erano caprioli;

Quanti richiami a scuola perchè faccevamo casino, quanti compiti copiati da guighy e quante sfide a chi riesce a mettersi più mentine in bocca contemporaneamente;

O a chi riesce a mangiare un "cucciolone" (il gelato) in due morsi;
 
Alle serate a " 'l Teit" a lasciar fermentare le birre nel bicchiere;

Alle "perle di saggezza" lette su "Focus"; 

Al lunghissimo giro in bici; da casa sua al ponte del grattacielo; 

Ai pomeriggi con Chicca a registrare cassette ed alle api incazzate;

Alle scorpacciate di caramelle;

Agli occhi sempre più grossi della pancia;

Ai pochi minuti a Pine alla fermata di piazza Cavour;

Alle recenti cene da Chicca; 

Ed a molte altre avventure, che rimarranno sempre e comunque indelebili nella mia memoria.
Proprio perchè ne abbiamo fatte e passate di tutti i colori, il 15 Settembre non potrò mancare.

Il resto della mia giornata, non ha più importanza;



                       GLORIA SI SPOSA!!             EVVAI!!